Giulia Sirianni, una valdostana in tour con i Placebo
La 27enne valdostana sta seguendo i concerti della band britannica occupandosi di visuale ed effettistica per gli show
Cosa si prova ad aprire il cassetto in cui si trova un sogno? Giulia Sirianni, 27enne valdostana trapiantata a Londra, probabilmente conosce la risposta a questa domanda. Diploma ottenuto allo Scientifico di Aosta e laurea in design e comunicazione visiva conseguita al Politecnico di Torino, la 27enne di professione fa la visual artist.
Un lavoro che la sta portando in giro per il mondo visto che da oltre un mese si trova in tour con i Placebo, rock band britannica capitanata da Brian Molko e da Stefan Olsdal; gente che dal 1994 ha venduto oltre 15 milioni di dischi in tutto il mondo.
La storia di Giulia
«Ho sempre desiderato trovare il modo di unire la passione per la musica e quella per l’espressione grafica e visiva – spiega Giulia mentre si trova a Riga (Lettonia) con la band -. Esserci finalmente riuscita è qualcosa di davvero speciale».
Dopo gli studi, la 27enne ha lavorato per un periodo in un pub di Aosta. Poi, appena prima della Brexit, «ho deciso di trasferirmi a Londra preoccuparmi esclusivamente di grafica e illustrazione».
E il destino ha voluto che lì abbia conosciuto la Placing Shadows, uno studio scozzese impegnato da tanti anni nel settore “visuale ed effettistica”.
«Un anno fa, in pieno periodo Covid, ho ufficialmente iniziato a collaborare con lo studio – racconta l’artista -. Loro mi hanno coinvolto in alcuni progetti e così sono finita a seguire il tour dei Placebo».
Il racconto
Giulia di cosa ti occupi attualmente?
«Ho lavorato prima alla preproduzione di tutto cioè che riguarda visuale ed effettistica per lo show dei Placebo. Parlo delle immagini che vengono proiettati sui megaschermi durante i concerti. Durante i live io sono sul palco e gestisco i media server,cioè i sistemi tramite i quali mando in onda gli effetti visivi».
Da grande appassionata di musica avrai visto parecchi concerti dal vivo. Cosa si prova a trovarsi dall’altra parte?
«Quella che sto vivendo è sicuramente l’esperienza più grande (fino a questo momento) dal punto di vista professionale. Trovarsi nel backstage con i tecnici e gli artisti ogni sera, montare e smontare la mia postazione, impegnarsi al massimo perché tutto deve sempre filare liscio: è davvero qualcosa di emozionante e stimolante. Ogni tanto sbircio dal palco ed è impressionante vedere quanta gente hai davanti. Vedere che il mio lavoro proiettato sui megaschermi e sapere che tutto sta funzionando bene è qualcosa di indescrivibile. Mi capita spesso di pensare: “ah figo, sono pagata per fare quello che mi piace”».
Come immagini il tuo futuro dal punto di vista professionale?
«Attualmente penso al tour in corso, incentrato sui festival.Sarò impegnata fino ad agosto. Poi seguirò alcune date negli Stati Uniti e, in inverno, ci sarà un’altro tour per le arene. Sinceramente spero di continuare a lavorare su un palco in quanto si tratta di una carriera che vorrei esplorare fino in fondo».
Qualche progetto legato alla Valle d’Aosta?
«Sì. Con lo studio con cui collaboro c’era una mezza intenzione di realizzare qualcosa in Valle. Penso ad esempio a qualche spettacolo visivo. La regione offre davvero tante bellezze, quindi ci siamo detti: perché non realizzare qualcosa anche lì?».
L’intervista è pubblicata su Gazzetta Matin nell’edizione del 26 giugno.
(f.d.)