Nanga Parbat: François Cazzanelli e Pietro Picco aprono una nuova via sulla parete Diamir
Nei prossimi giorni gli alpinisti raggiungeranno la vetta del gigante pakistano insieme a Roger Bovard, Marco Camandona, Emrik Favre e Jerome Perruquet
François Cazzanelli e Pietro Picco hanno aperto una nuova via, battezzata Valle d’Aosta Express, nella parete Diamir del Naga Parbat (8126 metri). Il primo vive a Cervinia e fa parte della Società Guide del Cervino, mentre Picco è di Courmayeur ed è membro della locale Società Guide.
Il viaggio
I due alpinisti sono partiti l’8 giugno insieme al resto della squadra: Roger Bovard, Marco Camandona, Emrik Favre e Jerome Perruquet.
Tutta la cordata è attualmente al Campo Base del Nanga Parbat, a 4100 metri di altezza. Hanno viaggiato su un pulmino per circa 14 ore e passato la notte in un lodge. Hanno roseguito per altre 3 ore circa in jeep e affrontato un trekking di due giorni (passando la notte in tenda) per raggiungere la destinazione.
Il campo base è posto a circa 4100 metri.
Prima fase: l’acclimatamento
Mercoledì 16 giungo la cordata ha iniziato la fase di acclimatamento salendo sino a quota 5800 metri, dove ha trascorso la notte. Gli alpinisti hanno poi raggiunto l’anticima del Ganal Peak (6100 metri), per poi tornare al campo base.
L’arresto forzato causa meteo
I sei giorni successivi hanno portato abbondanti nevicate, che hanno coperto con un metro e mezzo di neve il campo base. La cordata è stata così costretta a un arresto forzato.
Sabato 26 giugno, però, gli alpinisti hanno ripreso la fase di acclimatamento.
Lo scopo della spedizione
Lo scopo della spedizione era scalare il Nanga Parbat, il Broad Peak e il K2. Per questo il gruppo si è diviso in cordate da due o tre alpinisti al massimo, a seconda del proprio obiettivo.
La linea inedita di Cazzanelli
Con il tempo in miglioramento, Cazzanelli ha identificato una linea di cui non si avevano informazioni per la salita al Nanga Parbat. Sembrava percorribile fino a 6000 metri, con ricongiungimento alla più classica via Kinshofer. Valutati il livello di rischio, come il crollo di seracchi e le condizioni della neve, assieme a Pietro Picco, i due hanno intrapreso la salita.
Il racconto
«Uno dei momenti più emozionanti della salita è stato ricongiungerci con i nostri compagni, Camandona, Favre, Bovard e Perruquet, saliti per la Kinshofer al Campo2 a 6000 metri – racconta Cazzanelli -. Abbiamo deciso di chiamare la via Valle d’Aosta Express in onore della nostra Valle d’Aosta e dell’Unione delle Guide Valdostane cui apparteniamo».
La salita è stata fatta in una lunga tirata dal campo base, da qui il nome “Express”.
Il percorso
La via si sviluppa inizialmente su un seracco verticale, per proseguire su pendii nevosi sempre più ripidi.
La parte finale è caratterizzata da lunghezze di misto che portano in cresta a 6000 metri, dove è possibile ricongiungersi con la Kinshofer; un totale di 1800 metri di salita dal campo base.
Prossimo obiettivo: la vetta del Nanga Parbat
Il gruppo ha previsto di passare qualche notte in alta quota per acclimatarsi prima del tentativo alla vetta del Nanga Parbat (8126 metri), previsto nei prossimi giorni.
(v.r.)