Falsi Green pass, indagato un medico valdostano
Si tratta di Silvio Boggio (68 anni), il quale spiega: «Io sono abbastanza tranquillo perché ritengo di aver sempre lavorato correttamente»
In almeno quattro occasioni avrebbe certificato la falsa positività al Covid-19 di pazienti che, in questo modo, avrebbero ottenuto il Green pass rafforzato da guarigione alla successiva attestazione di negatività. Questa la ricostruzione investigativa che ha portato la Procura della Repubblica di Aosta a iscrivere nel registro degli indagati un medico di assistenza primaria di Gressoney.
Si tratta di Silvio Boggio, 68 anni, al quale il pm Luca Ceccanti contesta il falso in atto pubblico. Indagate insieme al dottore vi sono altre 5 persone; a quanto si apprende, sarebbero i pazienti (tutti residenti fuori Valle) che – nella ricostruzione degli inquirenti – hanno ricevuto il Green pass rafforzato in modo “fraudolento”.
L’interrogatorio
Alla luce di quanto emerso dalle indagini condotte dalla Squadra mobile della Questura di Aosta e concentrate nel periodo tra febbraio e marzo di quest’anno, la Procura ha chiesto per il medico la sospensione dalla professione; l’interrogatorio davanti al gip si terrà il 5 luglio.
La replica
«In questi anni c’è stato un marasma in cui spesso non si capiva cosa era giusto fare – spiega il dottor Boggio contattato telefonicamente -. Io sono abbastanza tranquillo perché ritengo di aver sempre lavorato correttamente e non è mai successo che io abbia attestato un tampone senza eseguirlo. Non credo di aver sbagliato nulla, però sinceramente non ho ancora preso visione degli atti in cui mi vengono mosse contestazioni e devo ancora parlare con il mio avvocato. In ogni caso non credo di aver sbagliato niente. Martedì andrò all’interrogatorio».
Boggio è difeso dall’avvocato Marco Bich del foro di Aosta.
(f.d.)