Ghiacciai in sofferenza: accumuli nevosi più bassi da 22 anni e ritiro di circa 13 metri
I risultati delle rilevazioni dell'Arpa sui ghiacciai di Timorion e del Rutor e il report Sotto Zero della cabina di regia dei ghiacciai valdostani
Ghiacciai in sofferenza, accumuli nevosi più bassi da 22 anni.
I risultati delle rilevazioni dell’Arpa sui ghiacciai di Timorion e del Rutor e il report Sotto Zero della cabina di regia dei ghiacciai valdostani.
Che le sentinelle del clima siano in sofferenza non è una novità, lo si sa da tempo e le numerose fotografie, così come la mostra appena inaugurata al Forte di Bard, Earth’s Memory, ne sono testimonianze dolorose.
Di oggi però sono i dati estremamente recenti della rilevazione condotta dall’Arpa con le misure di accumulo nevoso effettuate mercoledì 18 maggio 2022 sul ghiacciaio del Timorion (Valsavarenche) e venerdì 20 maggio 2022 al ghiacciaio del Rutor (La Thuile).
Ghiacciaio di Timorion
Le misurazioni hanno concluso la prima fase del monitoraggio dei ghiacciai regionali destinata alla misura degli apporti nevosi rilevando che, sul Ghiacciaio di Timorion, il valore di accumulo nevoso dell’inverno 2021/2022 è fra i più bassi dell’intera serie di misura di 22 anni, secondo solo al 2008.
«Gli accumuli dell’inverno passato sono del 50% inferiori rispetto alla media degli ultimi 22 anni. Infatti, sul ghiacciaio il manto ha mostrato spessori variabili fra 80 e 300 cm della zona di accumulo, dove la quota media è di 3.350 m s.l.m., e fra 40 e 230 cm dove la quota media è 3.250 m s.l.m» spiega in una nota l’Arpa.
La densità media è di 347 kg/mc e determina un accumulo specifico di poco superiore a 467 mm di equivalente di acqua; nel 20078 erano 389 i mm di acqua, mentre il più altro della serie si è registrato nel 2013 con 1.400 mm di acqua.
«È come se in questo momento la superficie del ghiacciaio fosse interamente coperta da circa 45 cm di acqua, contro 1 m e 40 cm circa del 2013» spiega Arpa.
Ghiacciaio del Rutor
Leggermente migliore la situazione sul Ghiacciaio del Rutor che, grazie alla posizione di confine e la prossimità alla Francia, ha potuto beneficiare in misura maggiore delle perturbazioni atlantiche.
«Sulla base delle 339 misure di altezza del manto nevoso, l’accumulo medio è calcolato pari a 224 cm (con minimi di 45-60 cm alla fronte destra e massimi di 370-380 cm nella zona sommitale). La densità media del manto, determinata sulla base di 5 misure effettuate sul ghiacciaio, è pari a 486 kg/mc (massima e minima rispettivamente pari a 532 e 442 kg/mc). L’accumulo specifico è pertanto pari a 1077 mm di equivalente d’acqua, valore che colloca l’inverno 2022 al sesto posto per scarsità di massa, con valori leggermente inferiori alla media degli ultimi 18 anni» si legge nella nota dell’Arpa.
Il report Sotto Zero
Sul territorio valdostano nel 2021 le fronti dei ghiacciai si sono ritirate di circa 13 metri, mentre le precipitazioni nevose sono risultate inferiori del 13% rispetto al valore medio nel periodo 2002-2020.
La risorsa idrica contenuta nella neve nel giorno più nevoso del 2021 (massimo accumulo stagionale), in Valle d’Aosta, è pari al -23%.
In 22 anni si sono persi 32 ghiacciai. Trentadue.
Sono i dati allarmanti contenuto in Sotto Zero, il report della Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani (CRGV), diffuso oggi da Fondazione Montagna Sicura.
Il documento descrive l’evoluzione recente della criosfera in Valle d’Aosta, confrontando i dati dell’ultimo anno idrologico con i valori medi di lungo periodo.
Sono dati elaborati da Fondazione Montagna sicura, Arpa, Centro Funzionale e Società Meteorologica Italiana – Nimbus sotto il coordinamento della Regione Autonoma Valle d’Aosta.
Il documento è disponibile qui: sotto zero
(e.d.)