Covid, accordo Ausl VdA-Isav di Saint-Pierre per “liberare” il Parini
Il nuovo Programma operativo per la gestione dell’emergenza prevede tre fasi «al fine di evitare interruzioni per gli altri servizi erogati che non hanno nulla a che vedere con la pandemia», spiega il dg Massimo Uberti
Il caldo è arrivato e, come avvenuto negli ultimi due anni, in questo periodo anche il Covid ha allentato la presa. «La speranza ovviamente è che in autunno non accada nuovamente quanto visto in passato, ma non possiamo escludere che i contagi e i ricoveri possano tornare ad aumentare – spiega il direttore generale dell’Ausl VdA, Massimo Uberti -. Il nostro lavoro è farci trovare pronti nel caso in cui sia necessario far fronte a una nuova ondata».
L’intervista è pubblicata su Gazzetta Matin in edicola da lunedì 13 giugno.
Il nuovo Piano
In quest’ottica, i vertici dell’Azienda sanitaria sono al lavoro per riscrivere «il Programma operativo per la gestione dell’emergenza Covid – afferma il dg -. Questa volta vogliamo seguire una logica diversa, prevedendo tre fasi al fine di evitare interruzioni per gli altri servizi erogati che non hanno nulla a che vedere con la pandemia».
Il documento è ancora una bozza ma, a quanto si apprende, la prima fase dovrebbe coinvolgere almeno il reparto di Malattie infettive, il nuovo triangolo per la Rianimazione, la struttura in fase di conclusione per la subintensiva e Variney. In questo modo, fino a circa 60 positivi ricoverati, l’ospedale non sarebbe costretto a chiudere reparti per dedicarli al Covid.
Nella seconda fase, invece, sarebbe coinvolti anche il J.-B. Festaz e l’Isav di Saint-Pierre; entrambe le strutture avrebbero già trovato un accordo con l’Ausl per garantire 20 posti letto ciascuna. Infine, la terza e ultima fase prevede l’attivazione dei reparti Covid all’interno dell’ospedale Parini di Aosta.
Secondo il dottor Uberti, «i piani precedenti era fatti per non soccombere di fronte all’ondata Covid. Questa volta, invece, anche se non è possibile fare i miracoli e ci sono tantissime incognite, vogliamo tentare di massimizzare le possibilità di gestire i pazienti positivi senza interrompere in modo significativo altri servizi».
L’incognita personale
La sfida principale, però, neanche a dirlo riguarda il personale. «Per fare un esempio – prosegue il dg -, se volessimo dedicare il triangolo al Covid per lasciare libera la Rianimazione non siamo sicuri di avere abbastanza medici rianimatori e infermieri».
Insomma, il nuovo piano «cerca di uscire dai soliti schemi – chiarisce Uberti -, cercando di fare rete tra le strutture, anche private, presenti sul territorio. Ovviamente, però, se il piano non servirà perché non ci sarà un’altra ondata saremmo tutti più contenti, ma noi dobbiamo farci trovare pronti».
L’accordo con Isav
Tornando all’accordo con Isav, l’Ausl ha fatto sapere anche che «nell’ambito del budget ortopedico assegnato, è previsto che per alcune tipologie di pazienti, compatibili con il livello assistenziale della struttura, ci sia la possibilità di trasferimento dal reparto di Ortopedia o dal Pronto soccorso dell’ospedale Parini all’ortopedia della casa di cura per il ricovero e i trattamenti necessari».
(f.d.)