L’odissea di Nadir Maguet: dopo due aerei persi, 1300 km in auto per esserci a Zegama
Il Mago rimasto a terra due volte, è partito via terra alla volta dei Paesi Baschi, chiudendo poi ottavo la gara
A Zegama non voleva proprio mancare. E così, nonostante due aerei persi, Nadir Maguet ha percorso 1.300 km in auto per riuscire a gareggiare. Per la cronaca, il Mago ha poi chiuso ottavo la gara da 42 km e 2.746 metri di dislivello. Nella prova delle Golden Trail World Series, vittoria e record della gara per Kilian Jornet.
Il caso di Nadir Maguet: due aerei persi e 1300 km in auto per esserci a Zegama
L’arrivo nei Paesi Baschi di Maguet è stato a dir poco rocambolesco. A raccontarlo, lo stesso alpino di Torgnon sulla sua pagina Facebook.
«Da dove parto per raccontare tutto? Parto da Orio Al Serio, anzi no, non parto proprio da Orio Al Serio. Mercoledì avevo il volo prenotato, destinazione Vitoria-Gasteiz – esordisce il “Mago” -. Prendo tutto, arrivo in aeroporto e non trovo la carta d’identità. Persa. Si fa dietro front, ma nel frattempo il super papà Roberto parte in ricognizione in Spagna, la carta vincente di questa trasferta».
Perso il primo volo, Maguet ci riprova sabato, il giorno prima della gara. «Cambio il volo per sabato pomeriggio -prosegue -. Arrivo in aeroporto con un’ora e mezza d’anticipo, bevo il caffè e mi metto in coda per il check-in. Una coda infinita, caos totale. Arriva il mio turno con 50 minuti d’anticipo, ma il check-in ormai è chiuso. Mi cade il mondo addosso, mi sale una rabbia devastante».
Nadir Maguet: «A Zegama dovevo esserci»
La voglia di prendere parte alla gara, però, è forte. «Cosa faccio a quel punto? C’è solo un modo per arrivare: spararmi 1300 km di auto da solo. A Zegama devo esserci. Il viaggio è infinito, non arrivo più – scrive ancora -. Italia, Francia, Spagna, con una fermata sola per dormire 2 orette in macchina. Arrivo alle 6.30 del mattino giusto in tempo per fare colazione e una doccia».
Maguet: «Ho pianto per la prima volta dopo un traguardo»
Dopo il lungo viaggio, è il momento della gara. Il “Mago” aggiunge: «Il pubblico è meraviglioso, ovunque lungo il percorso c’è gente che tifa, fa casino, ti accompagna lungo i sentieri, da pelle d’oca, indescrivibile. Dopo 42 km di battaglia taglio il traguardo, stremato, le emozioni mi salgono e non riesco a controllarle, piango per la prima volta dopo un traguardo. Dentro quelle lacrime c’è tanto, lo dovevo a voi, a chi mi sta vicino, chi crede sempre in me e a tutta la gente che non conosco ma mi supporta. Ma lo dovevo soprattutto a me. Un’esperienza che mi ha insegnato che la determinazione vale più di qualsiasi altra cosa».
Poi la conclusione: «La prossima volta parto in treno».
(t.p.)