Università Valle d’Aosta: iscrizioni in calo, sotto quota mille
L'assessore Caveri ha annunciato che il Consiglio universitario sta analizzando le cause
Università Valle d’Aosta: iscrizioni in calo, sotto quota mille. Lo ha comunicato l’assessore regionale all’istruzione, Luciano Caveri, rispondendo a un’interrogazione di Pcp sull’andamento delle iscrizioni all’Università della Valle d’Aosta.
Il lento calo
«Dall’anno accademico 2000-2001, anno di istituzione dell’Università della Valle d’Aosta, vi è stato un incremento progressivo delle iscrizioni fino al 2010-2011 – ha spiegato l’assessore -, particolarmente significativo nei primi anni e più contenuto negli anni successivi. A partire dal 2011-2012, si è registrata una graduale diminuzione, che si è attestata negli ultimi anni poco sopra le 1.000 unità e scendendo per la prima volta sotto tale quota in questo anno accademico. Si è passati da 1244 (2010-2011) a 927 (2021-2022) iscritti, con una diminuzione del 25%. Calo spiegato dalla disattivazione di due corsi di laurea. Dal 2016-2017 al 2020-2021 il numero di iscritti è stato sostanzialmente stabile, mentre è da segnalare una particolare riduzione dell’11% avvenuta in un solo anno, dal 2020-2021 al 2021-2022, ma occorre valutare l’entità dell’impatto dovuto dal Covid».
Le contromisure
Caveri ha annunciato che «il Consiglio dell’Università sta analizzando le azioni per consentire l’apertura della quasi conclusa nuova sede dell’università presso la caserma Testafochi di Aosta e si è scelta la strada di aprire un dibattito con la società civile sui futuri obiettivi partendo dal presupposto che ci sarà una diminuzione di bambini e quindi ci dovrà essere un impatto più forte dell’attrattività e dell’internazionalizzazione».
La replica
«Si deve riflettere sul calo del 25% delle iscrizioni – ha replicato Chiara Minelli (Pcp) – ed è necessario valutarne i motivi: mi chiedo se ci siano anche cause legate ad una non sufficiente attrattività per gli studenti da fuori Valle, come la presenza di corsi interessanti o di un apposito studentato, oltre che specifici corsi di laurea magistrale. Riguardo alla ricerca sarebbe necessario, su di un bilancio di 10 milioni di euro, destinare maggiori risorse a questo settore. La presenza dell’UniVdA ha aumentato in maniera sensibile il numero dei primi laureati in famiglia (seppure con laurea triennale) nella nostra regione, ma bisogna fare un salto di qualità migliorando l’offerta».
(re.aostanews.it)