Ospedale: 50 posti letto chiusi, mancano 116 infermieri
Il direttore generale dell'azienda Usl Massimo Uberti fa il punto della situazione all'ospedale Parini
Ospedale: 50 posti letto chiusi, mancano 116 infermieri.
Lo riporta il servizio pubblicato lunedì 16 maggio su Gazzetta Matin.
L’emergenza Covid non pesa particolarmente, in questo periodo, sull’ospedale Parini di Aosta.
Ma un’emergenza c’è e riguarda la carenza di personale infermieristico.
«Si tratta di una problematica che riguarda tutta Italia – chiarisce il direttore generale dell’Ausl VdA Massimo Uberti -. Riconoscere questo fatto non vuol dire sminuire la criticità, anzi, significa rendersi conto della gravità della situazione. Perché se fosse un problema solo valdostano basterebbe impegnarsi ad attirare professionisti dalle altre regioni, ma se anche il Piemonte è chiaro che è più difficile trovare una soluzione. Attualmente in ospedale ci mancano i posti letto impegnati nei due reparti Covid oltre ad altri 20 che non riusciamo a utilizzare perché non abbiamo abbastanza infermieri per coprire i turni».
Si tratta di una cinquantina di posti letto.
Posti letto: le criticità
E la Valle d’Aosta è penalizzata anche da alcuni fattori, come l’essere un territorio di confine.
«In primis c’è il fenomeno della migrazione, perché gli infermieri guadagnano molto di più andando in Svizzera – afferma Uberti -. Ma anche questo è un problema che riguarda tutti i territori di frontiera».
Dato confermato dal Dipartimento della Salute della Provincia autonoma di Bolzano dove gli infermieri in servizio sono 3.783 e ne mancano 245, anche a causa della concorrenza di Austria, Svizzera e Germania.
Un altro aspetto di cui tenere conto in Valle deriva dal fatto che «il nostro ospedale garantisce praticamente tutti i servizi nonostante sia pensato per una realtà da circa 120 mila abitanti – prosegue il dg -. In applicazione della normativa, in tutte le altre realtà italiane per ogni 100 mila abitanti basta un ospedale territoriale con medicina e chirurgia. La mia non è una critica, ma in Valle d’Aosta offriamo servizi paragonabili a quelli che sono necessari per realtà da 600 mila persone. E bisogna anche tenere conto del fatto che una popolazione di 125 mila abitanti esprima meno sanitari».
Mancano 116 infermieri: problema ante pandemia
Secondo Uberti, comunque, la carenza di personale – soprattutto infermieristico – è un problema «che era presente già prima della pandemia, ma adesso è sicuramente più sentito. Attirare i medici è un po’ più facile, anche perché il nostro ospedale ha tutte le specialità e, a differenza di altre realtà più grandi, tutti hanno la possibilità di fare esperienze e crescere dal punto di vista professionale».
Infermieri: i numeri
Un discorso diverso, però, va fatto per gli infermieri. Quelli che lavorano per l’Ausl attualmente sono 674 (di cui 635 assunti, in quanto gli interinali sono passati da 93 a 24 in due anni), 15 in meno rispetto al 1° gennaio 2020.
«Oltre ai 15 che mancano, ne servirebbero subito almeno 17 in più – precisa il direttore generale -. E ne abbiamo ancora 22 sospesi perché non si sono vaccinati». Insomma, «ci servirebbero almeno 50 infermieri per tornare alla situazione pre-Covid».
Di «emergenza aggravata nel post pandemia» ha parlato anche la presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche VdA Paola Ascolese. Secondo quanto riportato nell’intervista a Gazzetta Matin, mancano 116 infermieri e per attrarli «bisognerebbe puntare sulla valorizzazione della figura dell’infermiere e sulla dignità del lavoratore».
Mancano infermieri: le possibili soluzioni
A Gazzetta Matin, Uberti ha elencato le possibili soluzioni: «Stiamo cercando di sfruttare un’occasione. Sembra che il Piemonte non riesca a stabilizzare tutto il personale assunto durante il Covid. Noi stiamo provando a inserirci per far sapere che siamo disponibili ad assumere chi fosse interessato».
In questo caso, trattandosi di contratti a tempo determinato, non sarebbe necessaria la prova di francese.
Nel frattempo, l’Ausl ha anche pubblicato gli avvisi per l’assunzione a tempo determinato di infermieri, tecnici di Radiologia medica, fisioterapisti, assistenti sanitari e logopedisti (per le ostetriche l’azienda Usl deve prima attingere da un’altra graduatoria).
Sempre nell’ottica di dare una risposta al problema della carenza di infermieri, poi, «a breve un bando per esternalizzare il servizio per le Rsa a gestione diretta, quindi Variney, Perloz e Morgex – continua Uberti -. Questo ci permetterebbe di aprire l’ultima struttura citata e di avere a disposizione gli infermieri che attualmente sono impegnati nelle altre due Rsa. In aggiunta, per coprire le ferie dei dipendenti nel periodo estivo abbiamo intenzione di fare qualche piccola esternalizzazione».
Nella foto d’archivio in alto, infermieri in corsia.
(federico donato)