Affitti, Valle d’Aosta: è guerra tra piccoli proprietari e albergatori
L'Uppi Valle d'Aosta si dice «preoccupata» dal disegno di legge regionale (su cui è al lavoro l'Assessorato al Turismo) sulle locazioni turistiche brevi; l'Adava, invece, ritiene che si tratti di una norma «non più rimandabile»
L’Uppi Valle d’Aosta si dice «preoccupata» dal disegno di legge regionale (su cui è al lavoro l’Assessorato al Turismo) sulle locazioni turistiche brevi. L’Adava, invece, ritiene che si tratti di una norma «non più rimandabile».
E’ “guerra” tra l’Unione piccoli proprietari immobiliari e l’associazione degli Albergatori.
La posizione dell’Uppi
La prima a prendere posizione era stata l’Uppi, dicendosi contraria a un aumento della pressione fiscale derivante dall’introduzione di un’imposta di soggiorno per le locazioni turistiche. Lo stesso discorso, poi, vale per l’introduzione di nuove «incombenze burocratiche per quei piccoli proprietari che solo saltuariamente concedono i loro immobili per finalità turistiche in forma non imprenditoriale».
L’Uppi ricorda anche come «l’assemblea dei soci, riunitasi lo scorso 16 maggio 2019, aveva già respinto integralmente la proposta di legge e, dopo aver fornito alcune osservazioni al disegno di legge, non aveva avuto più interlocuzioni con gli uffici regionali». Per questo motivo, l’Unione si augura «che il legislatore regionale abbia recepito le osservazioni fornite e che, in particolare abbia deciso di tracciare una linea netta tra le locazioni brevi (sotto i 30 giorni), svolte in forma imprenditoriale, e le locazioni turistiche (oltre i 30 giorni), svolte in forma non imprenditoriale».
Le preoccupazioni dell’Unione piccoli proprietari immobiliari
«L’approvazione del disegno di legge può comportare il venir meno di numerosi turisti negli appartamenti privati – si legge in una nota dell’Unione guidata da Jean-Claude Mochet – con grave danno all’economia locale e, in particolare, travolgendo l’indotto economico dei piccoli Comuni, derivante dalla presenza turistica. Meno ancora convince l’addotta motivazione del controllo del reale dimensionamento del flusso turistico quale spinta all’introduzione della legge regionale, poiché è noto che i contratti di locazione turistica superiori ai trenta giorni vadano obbligatoriamente registrati presso l’Agenzia delle Entrate, mentre le locazioni brevi inferiori ai trenta giorni prevedono l’obbligo, da parte del locatore, di denunciare in Questura l’identità del soggetto che occupa l’alloggio, basterebbe, pertanto, accedere a tali archivi per essere dovutamente al corrente della presenza turistica».
«Nella nostra regione – conclude l’Uppi -, al momento, ci sono ben altre priorità che quella di intasare di ulteriori leggi e procedure burocratiche un settore essenziale per l’economia valdostana, fondata prevalentemente sul turismo».
La posizione di Adava
Critiche sono però arrivate dall’Adava, che ha definito la posizione dell’Uppi «strumentale e totalmente anacronistica». Con una nota, il presidente Filippo Gérard ha dichiarato: «Come spesso accade quando non si hanno argomentazioni valide a sostegno della propria posizione, o peggio quando si è in malafede, si è soliti dire che le priorità sono ben altre rispetto all’argomento oggetto della discussione: sinceramente mi dispiace rilevare che l’Uppi VdA abbia scelto questa strada invece di entrare nel merito di quanto definito da un disegno di legge regionale non più rimandabile».
«Come ho avuto modo di evidenziare più volte – prosegue Adava -, nel panorama nazionale la Valle d’Aosta è praticamente tra le ultime regioni a vocazione turistica a non aver ancora approvato una norma che disciplini l’attività delle locazioni turistiche brevi. Oltre a una questione di sicurezza e di concorrenza leale, il fatto che questo tipo di attività non sia soggetta alla dichiarazione delle presenze turistiche ai fini Istat, all’imposta di soggiorno (i cui benefici ricadono su tutti i turisti e non solo su quelli che pernottano nelle strutture ufficiali) ha creato e sta continuando a creare un grave danno economico all’intera comunità valdostana».
«Servono regole chiare per tutti»
L’associazione degli Albergatori precisa poi che l’aumento della pressione fiscale per le locazioni turistiche «non è a carico dei titolari degli appartamenti, ma dei soli turisti che vi alloggiano e che riceveranno in cambio maggiori servizi durante il proprio soggiorno (le risorse raccolte vengono appunto destinate per legge ad iniziative e servizi rivolti al turismo). Evidenziamo che i turisti sono sempre tali sia che soggiornino in un albergo o in alloggio e, quindi, l’applicazione dell’imposta, come in tutta Italia, è necessaria anche per ragioni di equità».
Prosegue Gérard: «Non mi stancherò mai di sottolineare come la nostra categoria non sia contraria, ma assolutamente favorevole a qualsiasi forma di ospitalità (comprese le locazioni turistiche brevi da parte di soggetti privati), a condizione che questa venga svolta alla luce del sole e con poche, ma chiare regole, a tutela di tutti, in primis dei consumatori e ospiti della nostra regione.
Bene dunque un disegno di legge che introduca pochi e semplici adempimenti quali, ad esempio: identificazione dell’offerta turistica, misurazione dei flussi turistici, inserire gli arrivi e le presenze turistiche negli alloggi locati a fini turistici per periodi brevi nella misurazione statistica dei flussi ISTAT, introduzione dell’imposta di soggiorno, inserire l’obbligo di riscossione dell’imposta di soggiorno anche per le locazioni turistiche brevi».
(re.aostanews.it)