Valsavarenche, i “cromagnon” replicano alle accuse di Stefano Cerise
Un gruppo di abitanti di Valsavarenche rispedisce al mittente le esternazioni del candidato sindaco circa il fallimento delle elezioni comunali
Valsavarenche, i “cromagnon” replicano alle accuse di Stefano Cerise.
Un gruppo di abitanti di Valsavarenche rispedisce al mittente le esternazioni del candidato sindaco circa il fallimento delle elezioni comunali
Si sono sentiti punti sul vivo e hanno messo nero su bianco il loro malessere, portando a galla anche alcuni retroscena delle lunghe trattative pre elettorali, gli abitanti di Valsavarenche tiratoi in ballo dal candidato sindaco Stefano Cerise nelle sue dichiarazioni post elettorali.
Secondo gli abitanti «Un esame di coscienza andrebbe fatto, da tutti sicuramente, ma soprattutto da chi non ha voluto ascoltare nessuno, arroccato nelle proprie posizioni, ed ora cerca di imputare ad altri il pesante giudizio dei propri concittadini. Il risultato non lascia spazio a dubbi e si commenta da solo».
La lettera
«Un commento a seguito delle dichiarazioni della lista non eletta a Valsavarenche. C’è da chiedersi come il candidato Sindaco sia venuto a conoscenza delle persone che sono andate a votare o meno: l’espressione del voto, ma anche la non espressione del voto, rappresentano un diritto inalienabile e il mantenimento della privacy in tale contesto rappresenta un punto fondamentale del nostro ordinamento giuridico.
Portare come evidenza pubblica che altri (ben identificabili date le dichiarazioni fornite) non hanno votato, rappresenta già di per sé un passaggio grave. Se a questo si vuol aggiungere che chi le pronuncia ha fatto vanto nei Bar di non aver votato negli ultimi 15 anni, e che nel 1988, a seguito di 3 anni di commissariamento del comune di Valsavarenche (a seguito delle proteste contro l’allora Ente Parco), l’attuale candidato Sindaco era in prima linea per non far andare a votare chi, legittimamente, diceva di “voler fare e non distruggere”, tutto suona alquanto singolare.
Un po’ di auto-critica andrebbe fatta, se due terzi dei residenti decidono di non presentarsi a votare, ma questa auto-critica, forse, dovrebbe concentrarsi sulle 7 schede bianche e sulla scheda nulla che portano i voti validi per la lista unica ad un ancor più esiguo 28,75 %. Che quanto proposto non sia stato ritenuto valido? né da chi si è astenuto, né, soprattutto, da chi, pur presentandosi (forse per mantenere un certo grado di privacy? dentro la cabina non si può osservare…), ha deciso di bocciare la proposta della lista unica.
Forse tutto questo fa il paio con la concezione di realtà del candidato Sindaco, realtà che ha portato parte della popolazione interessata a farsi avanti, con proposte e nomi, accettando i nominativi proposti, ma andando incontro a veti verso persone probabilmente a loro dire “scomode”.
Alcuni “Cromagnon”, come simpaticamente definiti dal candidato Sindaco, hanno fatto un passo indietro, pur di dare la possibilità di portare alla Valle una lista unica e condivisa, coesa e rappresentativa di tutte le anime del nostro piccolo comune.
A parlare di Politica, sembra quasi qualcosa di troppo grande nella nostra piccola realtà, ma se per Politica s’intende il cercare di fare del bene, trovare soluzioni a problemi estremamente complessi, in un contesto sempre più difficoltoso, è fondamentale cercare di fornire un po’ di voce a tutti. Questo era l’intento dei colloqui intercorsi, dei tanti passaggi fatti, ma se con una mano si afferma “basta con il passato, basta con le ripicche”, e con l’altra si pone un freno, si mettono condizioni a ogni tipo di proposta, l’accordo non diventa possibile.
Parlando e confrontandosi con la gente è emersa la contrarietà nei confronti del candidato Sindaco, come persona, legata ai suoi atteggiamenti sul lavoro sempre repressivi, tenuti nei confronti di cittadini ed enti pubblici.
Atteggiamenti nella gran parte dei casi risolti in un nulla di fatto e una gran perdita di soldi e tempo.
Certamente, poi, la popolazione non si è dimenticata di anni di tensioni con il Parco, legate alle questioni dei confini, di fatto non volendo forse consegnare le chiavi del comune a chi ha rappresentato con i suoi metodi l’ente sul territorio.
Un esame di coscienza andrebbe fatto, da tutti sicuramente, ma soprattutto da chi non ha voluto ascoltare nessuno, arroccato nelle proprie posizioni, ed ora cerca di imputare ad altri il pesante giudizio dei propri concittadini. Il risultato non lascia spazio a dubbi e si commenta da solo.
I Cro-Magnon»
(re.aostanews.it)