Pnrr, la sindaca di Bard rilancia: «il perseguimento della legalità non è in alcun modo negoziabile»
Silvana Martino interviene sulla sollecitazione del sindaco di Arvier che chiedeva un'assunzione di responsabilità e il ritiro del ricorso al Tar
Pnrr, la sindaca di Bard rilancia: «il perseguimento della legalità non è in alcun modo negoziabile».
Silvana Martino interviene sulla sollecitazione del sindaco di Arvier che chiedeva un’assunzione di responsabilità e il ritiro del ricorso al Tar.
È arrivata puntuale la replica della sindaca di Bard, Silvana Martino, agli esiti del giudizio del Comitato tecnico del Ministero della Cultura sul progetto Agile Arvier, individuato dall’amministrazione regionale come progetto pilota nel quadro del finanziamento da 20 milioni di euro del Pnrr.
Il Comitato tecnico, come sottolineato dalla nota dell’amministrazione regionale, avrebbe sottolineato la completa aderenza del progetto di Arvier alle linee guida del ministero.
Anche per questo, e per il rischio che in caso di sospensiva la Valle d’Aosta perda importanti risorse che sarebbero dirottate sulla linea B del Pnrr e ridistribuite a livello nazionale, il sindaco di Arvier Mauro Lucianaz chiedeva un’assunzione di responsabilità da parte del Comune di Bard, con il ritiro del ricorso pendente al Tar.
La replica
«Il motivo principale per cui il Comune di Bard si è rivolto al giudice non è quello di vincere a tutti i costi ed affermare presuntuosamente la propria onnipotenza, ma invocare il rispetto dei principi di legalità e buona amministrazione, che, in questa vicenda, sembrano essere stati disattesi e/o strumentalizzati» replica la sindaca di Bard, Silvana Martino.
«Ciò che auspichiamo, essendocene ancora il tempo (il decreto ministeriale di concessione del finanziamento è fissato a fine maggio) e sulla scorta di quanto avvenuto e sta avvenendo in altre realtà italiane (la Valle d’Aosta non è certo l’unica regione italiana in cui pende un giudizio di fronte al Tar sul tema) è che la Regione possa rideteminare il progetto pilota attraverso un percorso amministrativo lineare e che i progetti vengano approfonditi ed esaminati a fondo e valutati secondo canoni di trasparenza, buona amministrazione e criteri di equità» chiede la sindaca.
Un solo borgo
«Dal comunicato stampa della Regione leggo che, a differenza di quanto enunciato nell’avviso pubblico regionale sulla base del quale dovevano essere elaborate le proposte progettuali da parte dei Comuni valdostani, il Ministero parrebbe non aver posto alcuna pregiudiziale rispetto all’inserimento di due borghi né rispetto al numero delle unità abitative» aggiunge la sindaca.
«Peccato che tale chiarimento, per quanto frutto di un comunicato stampa e non di un documento ufficiale del Ministero, sia giunto fuori tempo massimo alterando la leale competizione tra i partecipanti: le prescrizioni dell’avviso regionale che Bard ha ritenuto cogenti, trattandosi di lex specialis (un solo borgo, elaborazione progettuale secondo il modello degli studi di fattibilità, progettazione partecipata), hanno infatti indotto l’amministrazione al loro rigoroso rispetto e a concentrare, per questo, il proprio progetto solo sul borgo, escludendo le frazioni, che pure sono intimamente collegate con il borgo stesso e su cui si potevano sviluppare dei pensieri in una logica di naturale continuità, ad impostare azioni e correlato quadro economico in modo puntuale, documentato e argomentato e a compiere un percorso di coinvolgimento collettivo» evidenzia Martino.
Il Tar
«È bene poi ricordare che, se è vero che il nostro Comune gode di un bene faro, ovvero il Forte di Bard (riconducibile alla Regione), è altrettanto vero che, per molteplici ragioni, le due entità non possono essere considerate un tutt’uno, soprattutto per ciò che concerne le risorse economiche rispettivamente destinate» prosegue la sindaca di Bard.
«Confondere tali aspetti significa intorbidire, consapevolmente, il ragionamento – accusa -. La questione, nella sua imponente complessità, è comunque rimessa alle valutazioni del giudice al quale l’amministrazione si è rivolta».
«Non credo che il perseguimento del principio di legalità, senza azzardate e pretestuose e, per certi versi, presuntuose virate dell’ultima ora, sia in alcun modo negoziabile» avverte Silvana Martino.
«Peraltro mi incuriosisce – conclude – che i professionisti che difendono in giudizio il Comune di Arvier figurino a loro volta tra gli affidatari dei servizi legali del CELVA per l’assistenza e consulenza giuridica a favore degli enti locali della Valle d’Aosta nei confronti dei quali mi pare di ricordare che sussistesse un divieto di assumere incarichi per la rappresentanza e la difesa in azioni giudiziarie/ stragiudiziali intraprese contro gli enti locali della Valle d’Aosta».
«Magari, però, ricordo male io e certamente sarà tutto a posto come sempre, ma mi riservo di approfondire».
(erika david)