Lavoro per tutti: quando l’inclusione diventa un valore per la società
La registrazione dell'evento targato VdALavora che si è tenuto sabato 30 all'albergo etico Comtes de Challant è disponibile on line
Lavoro per tutti: quando l’inclusione diventa un valore per la società.
L’Assessorato Sviluppo economico, Formazione e Lavoro comunica che è disponibile sul sito https://www.vdalavora.it/ la registrazione del quarto evento targato #VDAlavora, “Lavoro per tutti, quando l’inclusione diventa valore”.
L’evento si è tenuto sabato 30 aprile all’albergo etico Comtes de Challant di Fénis.
Il dibattito sul tema del lavoro è stato moderato dalla conduttrice radiofonica di Radio Deejay La Pina.
Un dibattito che si è trasformato in un viaggio nell’inclusione, nell’incontro che ha visto gli interventi della presidente della cooperativa La Libellula Raffaella Roveyaz, del presidente della cooperativa Mont Fallère Paolo Calosso, di Federica Dalla Casa, presidente della cooperativa Opera in Fiore di Milano e di Lisanna Mancuso, amministratore unico di Share Energy.
Nel dibattito che ha aperto la serata sono stati tanti gli spunti di riflessione, emersi dagli ospiti, per cambiare prospettiva e iniziare una trasformazione culturale che possa portare a una società più inclusiva.
Lavoro: inclusione come valore
«Il lavoro è importante e lo è per tante ragioni: psicologicamente, socialmente ed economicamente.
È una grande opportunità per mettere se stessi alla prova, incontrando gli altri e potendo accedere alle opportunità» – ha sottolineato La Pina.
Paolo Calosso ha ragionato sulla necessità di superare i concetti di persone con disabilità e persone normodotate, «perché da essere normodotati si può passare alla disabilità… Basta un incidente o una malattia grave.
E questo fa riflettere, perché il sentirsi esclusi è già oggi un problema che riguarda tutti.
Per un lavoro inclusivo, un ruolo importante è ricoperto dalle cooperative sociali di tipo B.
Le aziende, gli imprenditori e i manager, però, ricoprono un ruolo altrettanto fondamentale.
In questo senso, le cooperative devono parlare due linguaggi: quello aziendale e quello da educatore.
Diventa dunque prioritario capire le fatiche organizzative interne aziendali, dedicando tempo e spazio all’ascolto, per progettare un inserimento efficace, dove la persona con disabilità che si trova a entrare in un contesto estraneo è preparata.
Lisanna Mancuso, amministratore unico di Share Energy, ritiene che si possa definire la parola Inclusione come «condivisione di talenti a una frequenza più alta» e per questo il compito del datore di lavoro è quello di creare sempre l’ambiente adatto affinché questi talenti possano manifestarsi.
Vittorio Fossati, disability manager di Agos, racconta come, all’interno della sua realtà aziendale, per realizzare progetti di inclusione lavorativa, abbia dovuto costruire nuove posizioni e nuove mansioni.
«La chiave vincente è stato lavorare al fianco delle cooperative sociali di tipo B. Ovviamente, la strada da fare è però in salita.
Ci sono ancora realtà aziendali che pensano che inserire una persona disabile vuol dire inserire una persona che lavora meno: questa è la prima barriera da abbattere».
Altra ospite, che dell’inserimento lavorativo di persone con disabilità ha costruito con la sua cooperativa un innovativo modello di business, è Raffaella Roveyaz.
Dal 2020, gestisce il progetto dell’Albergo Etico a Fénis, formando ragazzi con disabilità nelle mansioni della ristorazione.
Questo luogo e questo progetto hanno animato e spinto tutta la comunità verso un approccio più inclusivo, tanto che Laura Peraillon, assessore comunale alla cultura di Fénis, ammette che l’amministrazione comunale ha un grande obiettivo «quello di costruire un comune etico».
Lavoro, inclusione e valore: la testimonianza di Giorgio
Giorgio e Mihaela sono due lavoratori che, nonostante le difficoltà, si sono ben inseriti in un luogo di lavoro, con volontà e grande dignità.
Giorgio lavora alla Share Energy.
Non ricorda neanche di averla la su disabilità patologica: «ogni quarto d’ora mi devo riposare a causa della mia patologia – ha spiegato al pubblico -. Bevo un caffè con i colleghi e mi dimentico della mia disabilità».
Per Giorgio, il lavoro è motivo di grande dignità e autorealizzazione.
«Ho sempre pensato che il lavoro fosse motivo di dignità. Mi è capitato di cucinare per lavoro, cercando su Internet come si facesse la besciamella.
Ma lo volevo fare anche per permettermi di fare cose normali, come portare mio figlio a mangiare una pizza.
Per me, padre separato, è stato difficile, ma ora sono contento di aver trovato un posto di lavoro adatto a me.
Concludendo gli interventi, l’assessore regionale allo sviluppo economico, formazione e lavoro, Luigi Bertschy si è posto l’obiettivo di «rafforzare maggiormente le politiche di inclusione esistenti auspicando per il futuro di arrivare a parlare della Valle d’Aosta come Regione etica».
L’Aperitivo al buio, organizzato in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – sezione di Aosta, ha concluso l’evento dedicato all’inclusione lavorativa delle persone con disabilità.
Essere accompagnati e serviti da persone non vedenti, invertendo per una volta i ruoli, e gustare le pietanze amplificando gli altri sensi, ha permesso ai partecipanti di vivere un’esperienza emozionale unica e un profondo momento di riflessione sull’inclusione in quanto valore imprescindibile.
(re.aostanews)