Lo sport valdostano in lutto per la scomparsa di Osvaldo Cardellina
Si è spento questa mattina all'ospedale Parini all'età di 72 anni lo storico professore di educazione fisica che ha avviato alla pratica sportiva tantissime generazioni di giovani; nel 1991, come direttore sportivo, portò l'Aosta in serie C2, da tecnico della squadra rossonera di pallamano vinse una Coppa Italia
Lo sport valdostano è in lutto per la scomparsa di Osvaldo Cardellina.
Nato ad Aosta il 26 giugno 1949, ha consacrato la sua vita all’attività sportiva, sia nel lavoro che nel tempo libero.
Una decina di giorni fa, mentre era ricoverato all’ospedale Parini, era stato colpito da emorragia cerebrale.
Sposato con Adele Aprile, lascia quattro figli: Christian, Alessandro, Elisa e Roy.
Lo sport valdostano in lutto per la scomparsa di Osvaldo Cardellina
Dire che fosse un personaggio, sarebbe riduttivo.
La sua vita è ruotata tra l’amore per la sua famiglia e quello per lo sport.
Diplomato all’ISEF (nel 1998 aveva poi conseguito la laurea a Digione assieme a Giulio De Ceglie), per moltissimi anni ha insegnato educazione fisica alla scuola Saint-Roch di Aosta, avviando alla pratica sportiva intere generazioni di giovani aostani.
Grandissimo appassionato di montagna, aveva iniziato a giocare a calcio, per poi passare alla pallamano.
In entrambe le discipline ha ricoperto anche il ruolo di allenatore, ottenendo risultati significativi (con l’handball vinse una Coppa Italia).
Lo storico salto in C2 con l’Aosta Calcio 1911
La sua carriera calcistica è stata fortemente legata all’Aosta Calcio 1911.
Dopo essersi seduto sulle panchine delle giovanili (arrivando alla finale scudetto con la Berretti), ha diretto la prima squadra per due intere stagioni all’inizio degli anni ’80.
Era tornato in rossonero nell’estate del 1988, chiamato da Emilio Bertona a svolgere il ruolo di direttore sportivo per risollevare la squadra scesa in Promozione.
Nel giro di 3 stagioni era arrivato il grande salto in C2, ottenuto nel 1991 dopo il famoso spareggio con il Brescello.
Cardellina era rimasto ancora una stagione, ottenendo la salvezza tra i professionisti, poi, assieme a Bertona, aveva lasciato.
Un uomo dai mille interessi
Carattere forte, grande lavoratore, era famoso nell’ambiente sportivo per non aver mai voluto prendere la patente; nella pleine si era spostato per tantissimi anni prevalentemente a piedi, poi era passato alla bici.
Osvaldo Cardellina era un uomo dai mille interessi e assecondava tutte le sue passioni buttandocisi a capofitto.
Come preparatore atletico aveva seguito gli slittinisti valdostani che dettavano legge nel mondo e l’Aymavilles Gressan che brillava sul palcoscenico nazionale del calcio a 5.
Amante della musica, della fotografia e della scrittura, per tanti anni aveva collaborato con Sports Valdôtain, pubblicando poi diversi libri sulla montagna.
Negli ultimi anni scriveva per rivista americana di montagna.
Giulio De Ceglie: «Mi ha insegnato la cultura del lavoro e l’onestà»
Uno dei sodalizi più importanti della sua vita è stato con Giulio De Ceglie.
«Osvaldo è stato un maestro e un amico, da lui ho imparato tanto – ricorda il fondatore e tecnico del CGC Aosta -. Era una persona molto intelligente, un grande lavoratore e, prima di tutto, un uomo onesto».
Il ricordo completo di Osvaldo Cardellina sarà pubblicato su Gazzetta Matin in edicola martedì 3 maggio; il giornale sarà disponibile in replica digitale sul nostro sito e sulla nostra App.
(d.p.)