Omicidio Gilardi: chiesta la proroga delle indagini
Gli inquirenti avranno ulteriori 6 mesi per raccogliere elementi utili a dare un nome al killer di Senin (Saint-Christophe)
Una proroga delle indagini di altri sei mesi. E’ quanto chiesto dalla Procura della Repubblica di Aosta riguardo all’inchiesta sull’omicidio di Giuliano Gilardi, assassinato nel suo alloggio di Senin (Saint-Christophe) il 27 dicembre 2011 con 7 coltellate.
Il cold case
Il cold case è stato riaperto nell’aprile 2021 grazie ad alcuni elementi inediti (e secretati) emersi da una nuova annotazione dei Carabinieri di Saint-Vincent/Châtillon. La Procura aveva quindi iscritto quattro persone nel registro degli indagati: l’ex compagna della vittima Cinzia Guizzetti (assistita dall’avvocato Giacomo Francini), l’ex marito di quest’ultima Armando Mammoliti (avvocato Claudio Soro) gli operai edili Domenico Mammoliti (difeso da Antonino Laganà) e Salvatore Agostino (avvocati Gianfranco Sapia e Giuseppe Gallizzi). Tutti hanno sempre respinto le accuse.
L’incidente probatorio
Una possibile svolta nelle indagini era arrivata a inizio febbraio quando, in esito a un incidente probatorio svolto dalla genetista Sarah Gino, era emersa la compatibilità tra il dna di Agostino e quello estratto nel 2012 da un chewing gum trovato nel letto di Gilardi. Una nuova estrazione del profilo genetico dalla gomma da masticare era stata però negata dal gip del Tribunale di Aosta.
«Riteniamo che l’esame eseguito nel 2012 non sia utilizzabile – aveva detto l’avvocato Sapia uscendo da Palazzo di giustizia -, quindi sarebbe necessario fare una nuova estrazione. Stiamo parlando di omicidio e si dice che il dna è del nostro assistito. Sarebbe corretto che anche il nostro consulente possa partecipare alle operazioni di estrazione del dna».
Per la battaglia legale sul chewing gum, i difensori avevano nominato due consulenti di parte: il genetista Vincenzo Agostini e la collega Elena Chierto.
L’inchiesta
Archiviato nel 2014, quando l’unica indagata era Guizzetti, il giallo di Senin è stato riaperto nell’aprile 2021. Il procuratore capo Paolo Fortuna aveva affidato il fascicolo ai sostituti Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi.
(f.d.)