Aosta, droga ai giardini e davanti a scuola: 9 stranieri nei guai
I carabinieri del Nucleo operativo hanno sgominato «un gruppo criminale organizzato operante ad Aosta e dedito alla cessione di sostanze stupefacenti»
Uno “smercio” di droga ad Aosta concentrato nella zona tra i giardini Lussu, la stazione dei pullman di via Carrel e quella dei treni. «Un gruppo criminale organizzato operante ad Aosta e dedito alla cessione di sostanze stupefacenti» che, secondo gli inquirenti, vendeva hashish anche a minorenni all’uscita da scuola.
E’ quanto sgominato dai Carabinieri dei Nucleo operativo della Compagnia di Aosta in un’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Francesco Pizzato.
Le misure cautelari
Su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Aosta, i militari hanno eseguito nei giorni scorsi otto misure cautelari (il nono indagato risulta irreperibile).
Per Hassan Ghulam (classe ’92 nato in Pakistan), Dishal Rasika Mihindukulasuriya (1997; Sri Lanka), Hassan Shahzad (2001; Pakistan) e Sene Embalo (1994; Nuova Guinea) è scattato il divieto di dimora in Valle d’Aosta. La stessa misura cautelare che avrebbe dovuto raggiungere Tayyab Hassan, pakistano classe 2002 che l’11 aprile era stato arrestato perché trovato in possesso di 150 grammi di hashish, un bilancino di precisione e quasi 5 mila euro in contanti.
La misura del divieto di dimora nel comune di aosta è invece scattata nei confronti di Ahmad Din Muhammad Amin (1985; Pakistan), Asad Abbas Butt (1990; Pakistan) e Rangzaib Ali (1991; Pakistan).
Le indagini
Nel corso delle indagini, portate avanti con servizio di osservazione e pedinamenti, i Carabinieri hanno sequestrato due dosi di crack e 29 grammi di hashish e marijuana, riuscendo anche a documentare alcune cessioni di stupefacente a minorenni.
L’ordinanza
«I fatti descritti» nelle annotazioni dei militari «denotano in capo agli indagati la costante disponibilità di sostanza stupefacente di tipo hashish che non esitano a cedere anche a persone di giovane età», scrive il gip Giuseppe Colazingari nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari.
I nove, «che agiscono in cooperazione tra loro – prosegue il gip -, provvedevano a posizionare preventivamente le sostanze destinate alla successiva cessione, occultandole in anfratti, cespugli o nel terreno». E «non è casuale» la scelta del principale luogo di spaccio, cioè il “fossato” (la zona il retro della stazione dei bus e le mura romane); per il gip, infatti, quella zona «garantisce la possibilità di mantenersi defilati, assicura l’impossibilità per le Forze dell’ordine di raggiungere il sito senza essere notati e fa sì che gli indagati siano immediatamente rintracciabili dagli studenti all’uscita da scuola e dagli acquirenti che raggiungono Aosta con pullman e treno».
(f.d.)