Scuola, elezioni RSI tra i precari: Cgil, Savt e Snals contro la Cisl
Gli insegnanti precari potranno votare ma non potranno essere votati; i sindacati annunciano reclami dopo il mancato accordo con Cisl Scuola
Scuola: elezioni RSI tra i precari: Cgil, Savt e Snals contro la Cisl.
L’articolato iter per l’accettazione dei precari alle elezioni Rsi del comparto scuola continua ad allungarsi.
Dopo il passo indietro fatto dalla Cisl e le prime esclusioni di professionisti a tempo indeterminato dalle candidature, le segreterie regionali di Flc-Cgil, Savt École e Snals-Confsal non ci stanno e, nel corso di una conferenza stampa tenutasi giovedì 14 aprile, presso la sede del Savt ad Aosta, annunciano prese di posizione e provvedimenti imminenti.
«Nonostante l’accordo datato 2016 prevedesse che i supplenti a tempo indeterminato non potessero presentarsi quali rappresentati sindacali nelle scuole valdostane, a seguito di un incontro tra le maggiori sigle del territorio e dell’avvio di un tavolo di dialogo con la Regione, pareva essersi aperto un piccolo spiraglio di possibilità immediatamente sfumato dopo il rifiuto dell’accordo da parte del comparto della Cisl, apparentemente motivato da tempistiche eccessivamente stringate e complessità della questione – ha spiegato il segretario del Savt scuola, Luigi Bolici –.
Mai come oggi, in una fase storica di crisi di partecipazione alla vita pubblica della nostra rete scolastica, allargare la platea degli insegnanti eleggibili avrebbe potuto sanare le mancanze o le insufficienze di candidati registrate all’interno di talune istituzioni, permettendo a insegnanti spesse volte già abilitati allo svolgimento della professione e destinati a trascorrere i canonici tre anni nella sede del proprio anno di prova di poter operare in tutta libertà».
Le risoluzioni di Cgil, Savt e Snals
Flc-Cgil, Savt École e Snals-Confsal hanno comunicato la propria seria intenzione di esporre reclami finalizzati a contestare la scelta fatta, considerata lesiva del clima di democrazia caratterizzante la realtà formativa nazionale nonché contraria all’ideologia che guida il loro lavoro, auspicando di poter portare un accadimento giudicato grave e inaccettabile all’attenzione del Comitato regionale dei garanti.
«In un panorama scolastico profondamente mutato come quello odierno è più che lecito ipotizzare conflitti tra individui coabitanti il medesimo posto di lavoro ma mossi da interessi diversi ma non è affatto accettabile che, pur in presenza di prestazioni lavorative e doveri similari tra insegnanti di ruolo e precari, questi ultimi soffrano di disconoscimenti di diritti e opinioni – ha osservato il segretario della Cgil Valle d’Aosta, Claudio Idone –.
Le modifiche da noi richieste non implicavano alcun costo o onere bensì costituivano una modalità di democrazia capace di far emergere le discrasie latenti tra le due categorie impiegatizie e, di conseguenza, di trasformare la scuola in una comunità dialogante e rappresentativa di tutte le sue variegate categorie interne».
I precari
La categoria dei precari, che in Valle d’Aosta rappresenta una vasta fetta del personale docente oscillante attorno al 40% circa del totale, coincide con una fetta importante del personale docente regionale, tanto che all’interno di talune realtà scolastiche di nicchia come quella della Valdigne-Mont-Blanc essi arrivano a toccare la soglia del 62% del totale.
«Secondo quanto esplicitato dalle direttive europee, il docente a tempo indeterminato deve possedere ampia rilevanza nelle elezioni Rsi del comparto scuola e deve godere del pieno diritto di voto ed espressione delle proprie preferenze oltre che di candidarsi in tutta libertà – ha dichiarato il docente universitario Alessandro Celi -.
Il tempo per attuare tutti i cambiamenti richiesti era più che sufficiente dato che le nostre sigle avevano intrapreso tale lungo percorso già alla fine del mese di dicembre ma ora, con tale rifiuto, abbiamo nostro malgrado dato uno schiaffo ai precari in una realtà nella quale l’elevato numero di tale tipologia contrattuale rivela, nonostante alle segnalazioni e le richieste mosse da parte dei sindacati, l’incapacità del sistema di attuare il turnover generazionale necessario a diminuire sensibilmente il numero di similari assunzioni».
Nella foto in alto, da sinistra, Alessandro Celi, Luigi Bolici e Claudio Idone.
(giorgia gambino)