Elezione Consiglio Valle, «inammissibile» la proposta di legge di iniziativa popolare
Lo ha stabilito la Commissione regionale per i procedimenti referendari nel corso della riunione di venerdì 8 aprile
La proposta di legge di iniziativa popolare da sottoporre a referendum propositivo riguardante la modifica delle norme per l’elezione del Consiglio regionale della Valle d’Aosta (legge regionale n. 3/1993) e abrogazione della legge regionale (n. 21/2007) in materia di forma di governo è inammissibile.
Lo ha stabilito la Commissione regionale per i procedimenti referendari nel corso della riunione di venerdì 8 aprile.
La proposta era depositata alla Segreteria generale del Consiglio il 25 gennaio scorso corredata da 277 firme. A esaminarla sono stati Raffaele Caterina, Elisabetta Palici Di Suni Prat e Francesco Dassano.
La spiegazione
«La Commissione ha motivato l’inammissibilità in un corposo documento di 12 pagine – spiega il presidente del Consiglio, Alberto Bertin -. Il nodo centrale su cui si fonda la delibera risiede nel fatto che il procedimento aggravato di approvazione delle leggi in materia elettorale trova la sua disciplina nell’articolo 15 dello Statuto speciale: le leggi cosiddette “statutarie” non possono essere sottoposte a referendum propositivo, posto che l’unico referendum ammissibile è quello già previsto dallo Statuto, ossia il cosiddetto referendum confermativo. La Commissione ha rilevato, infatti, che le leggi statutarie, che non sono leggi ordinarie, hanno una “forza passiva peculiare”, ossia una capacità di resistere all’abrogazione con legge ordinaria».
«Nella legge regionale 19/2003 (in materia di iniziativa popolare) per il referendum propositivo vi è un rinvio alle regole previste per il referendum abrogativo – continua Bertin -: posto che in questo caso il referendum propositivo è anche abrogativo di norme in materia elettorale e di forma di governo, la Commissione, applicando i limiti al referendum abrogativo desumibili dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale ha osservato che le leggi statutarie sono riservate alla rappresentanza politica e non demandabili alle scelte popolari, se non con un referendum confermativo, quale quello disciplinato dallo Statuto».
La delusione del Comitato Riforma Elettorale
Il Comitato Riforma Elettorale ha espresso sorpresa e preoccupazione.
«Il CRE ha appreso con sorpresa e preoccupazione la notizia della decisione della Commissione regionale per i procedimenti referendari di non ammettere la richiesta di referendum propositivo sulla Proposta popolare di riforma del sistema elettorale regionale.
E’ una decisione sorprendente visto che il tema della ammissibilità alla procedura di referendum propositivo di norme elettorali era già stato esaminato in passato dalla Commissione e, con decisione del 6 giugno 2007, era stato ammesso il referendum propositivo su ben quattro proposte di legge regionale di iniziativa popolare in materia elettorale.
E’ un grave passo indietro in materia di strumenti di democrazia diretta e il Cre intende valutare la possibilità di un ricorso contro un provvedimento che crea un grave precedente negativo.
Ipotesi referendum consultivo
In ogni caso la campagna referendaria comunque prosegue e il Cre intende attivare l’altro strumento di democrazia diretta a disposizione dei cittadini: il referendum consultivo.
E’ uno strumento più agile che non richiede un esame preventivo di ammissibilità, si può attivare rapidamente a la consultazione si può svolgere nell’arco di pochi mesi permettendo alla popolazione di esprimersi rispetto ad una riforma che è quanto mai necessaria.
La decisione di indire il referendum consultivo spetta al Consiglio regionale su proposta di un terzo dei consiglieri regionali o di 2.000 elettori.
Se nei prossimi giorni emergerà la disponibilità di un congruo numero di consiglieri di avanzare la proposta si potrà portare subito il tema in Consiglio, altrimenti il Comitato raccoglierà le 2000 firme necessarie per attivare il meccanismo.
La lunga crisi politica che caratterizza questa legislatura, dopo lo scioglimento anticipato della precedente legislatura, è l’ennesima conferma che non c’è rimedio alla cronica instabilità politica se non attraverso un sistema che consenta agli elettori di scegliere direttamente con il loro voto, il Presidente, la maggioranza e il programma».
(re.aostanews.it)