Aosta si candida a Capitale italiana della Cultura 2025
L'ordine del giorno di Rinascimento VdA è approvato all'unanimità dall'intero consiglio comunale; il sindaco Gianni Nuti, però, fa un appello perché tutti diano una mano
Aosta si candiderà a Capitale della cultura italiana 2025.
Questo l’esito dell’ordine del giorno presentato da Rinascimento Valle d’Aosta e condiviso dall’intero consiglio comunale, che ha fatto proprio il proposito (emendato dalla maggioranza), al fine di dare uno slancio alla città.
L’ordine del giorno
A proporre la candidatura, come detto, è Rinascimento Valle d’Aosta, per voce di Roberta Carla Balbis, che sottolinea l’importanza dell’iniziativa ideata nel 2014 dall’allora Ministro alla Cultura, Dario Franceschini, per promuovere la valorizzazione culturale e turistica.
«Questa iniziativa determina un percorso di valorizzazione per tutte le città, al di là della vincitrice – spiega Balbis – e mette in moto un percorso virtuoso e attrattivo, con la cultura posta a base dello sviluppo».
Secondo la consigliera di Rinascimento, sarà importante seguire i dettami del bando, soprattutto nell’ottica «della capacità progettuale e attuativa», al fine di far recepire «in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale».
Il tutto in un’ottica di «integrazione senza conflitti, creatività, innovazione, crescita, sviluppo economico e, infine, benessere individuale e collettivo» spiega ancora Balbis.
Secondo la consigliera, inoltre, «l’impegno non prevede alcuna spesa a carico del bilancio», ma se mai la candidatura andasse in porto «garantirebbe risorse importanti (quantificate in un milione di euro ndr.) utili alla crescita di tutta la Regione».
Da qui la richiesta di «presentare la candidatura», partendo fin da ora per «dettare indirizzi» al fine di realizzare «un progetto che coinvolga tutti i soggetti competenti e portatori di interesse» e che possa magari fungere da primo passo «verso la candidatura a livello europeo».
L’assessore
Accoglie di buon grado la proposta l’assessore alla Cultura, Samuele Tedesco, che ricorda come l’argomento fosse già emerso «in commissione e non può che trovarci d’accordo».
All’epoca, però, in piena pandemia, «le priorità sembravano altre, ma candidarsi nel 2050° anno di fondazione della città non può vederci tirare indietro – spiega ancora l’assessore -. Abbiamo riniziato un processo di riscrittura della trama identitaria cittadina, per arrivare alla nuova città in cui i giovani possano aiutare ad abbellire il patrimonio, mettendo fine alla convenzionale reinvenzione del passato che porta solo autocelebrazioni».
Per l’assessore Tedesco, il percorso è sostanzialmente già in atto e parte «dalla proposta di piccoli e grandi eventi», ma anche da «mostre, festival e altre cose che stiamo progettando anche dal lato formativo e didattico».
L’obiettivo, però, è far partecipare tutti e creare piani «meno elitari possibili e non solo a fine turistico», con una buona programmazione «che evita la frammentazione delle risorse».
E chiude, prima di proporre l’emendamento.
«Capitale della Cultura non deve essere un punto di arrivo, ma un trampolino di lancio – conclude Tedesco -. Nel Dup abbiamo già inserito tanti aspetti, dalla valorizzazione dei percorsi culturali al coinvolgimento dei giovani; partiamo da esperienza del 2019 per fare di Aosta Capitale della cultura».
Il sindaco si infervora
Apre, ma invita alla mobilitazione il sindaco Gianni Nuti.
«Bisogna credere nelle cose, ma mi auspico che non facciamo un gruppo di lavoro, raccogliamo indicazioni, poi solo una parte di tira su le maniche – esclama -. Se si fa andiamo avanti insieme, sporcandoci tutti le mani, altrimenti dico già di no».
Per questo lancia un appello.
«Ci credo moltissimo, ma vi assicuro che stare più di 15 o 16 ore qui non è praticabile – conclude -. È una roba bellissima, ma poi non voglio ritrovarmi a lavorare sempre in due».
Gli altri interventi
Approva l’idea il capogruppo di PCP, Fabio Protasoni.
«Ringraziamo Rinascimento per farci canalizzare una riflessione già avviata e ci consente un’assunzione collettiva responsabilità – spiega -. È una bella occasione, e credo sia positivo, in un momento di crisi simile, pensare di investire per il 2025».
E prova a dettare la linea.
«Dovremo trovare elementi che possano essere utili per la Regione e tutto il Paese – conclude Protasoni -. Non dobbiamo però pensare solamente al patrimonio culturale che già esiste, ma concentrarci anche su cosa riusciremo a generare, perché la cultura non vive solo nel passato, ma guarda al futuro».
Come le Olimpiadi
Riporta alla mente l’esempio della candidatura alle Olimpiadi, poi affossata, il consigliere del Carroccio, Bruno Giordano.
«Aosta ha sempre cercato di non essere provinciale, mettendo in campo progetti che potevano portare a grandi risposte, come nel caso della candidatura alle Olimpiadi – ricorda Giordano -. Era solida, a Birmingham arrivammo secondi con la promessa di aggiudicarci quella successiva, poi un referendum affossò tutto».
Sottolineata la caratteristica «intra montes» di Aosta, Giordano però sostiene la causa.
«Bisogna preparare un dossier accattivante – conclude -. Mettiamo in risalto i valori che la città vuole esprimere e su cui tutti siamo chiamati a collaborare».
Se Sergio Togni evidenzia come «se si parte si parte uniti, ma servono comunque dei soldini per vincere sfide del genere», Giovanni Girardini (Rinascimento) va oltre e replica al sindaco.
«Se la preoccupazione è che il progetto sia vasto e oneroso, noi diamo la disponibilità a essere costruttivi e operativi – esclama -. Amiamo la città e vogliamo uscire dalla becera visione di rapporto tra maggioranza e minoranza».
(alessandro bianchet)