Aosta: resta in carcere il barista arrestato dai Carabinieri
Il gip ha accolto l'istanza con cui la Procura chiedeva la custodia cautelare in carcere per il 43enne sospettato di aver ferito un conoscente con un coltello
Resta in carcere Stefano Corgnier, il barista di 43 anni arrestato dai Carabinieri nella notte tra mercoledì e giovedì in quanto «indiziato del reato di tentato omicidio». Secondo i Carabinieri, avrebbe ferito un conoscente al collo con un coltello al culmine di una lite.
L’udienza di convalida
Dopo l’udienza di convalida, sabato 2 aprile il giudice per le indagini preliminari ha sciolto la riserva, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica di Aosta, che chiedeva la custodia cautelare in carcere; la difesa (avvocato Giuseppe Gallizzi), invece, aveva invocato i domiciliari.
I fatti
Secondo la prima ricostruzione dei Carabinieri del Nucleo operativo Radiomobile, Corgnier (che risulta incensurato) avrebbe avuto una discussione “per ragioni private” con un conoscente all’interno del bar di cui è titolare (che era in chiusura). Dalle parole, però, si sarebbe passati alle mani e il barista – sempre secondo i militari – avrebbe ferito al collo il contendente con un coltello.
I due erano finiti in Pronto soccorso e, al termine delle visite, erano stati dimessi rispettivamente con 7 (per l’arrestato) e 10 giorni di prognosi.
Una ricostruzione respinta dal barista che, a quanto si apprende, già quella sera avrebbe riferito ai militari dell’Arma di essersi solamente difeso nella colluttazione che era seguita al litigio, asserendo che il coltello non fosse suo.
Le indagini
Per far piena luce sulla vicenda, comunque, il sostituto procuratore Luca Ceccanti ha già affidato alla dottoressa Serena Curti l’incarico per un accertamento medico-legale sulle ferite riportate dalla persona offesa (assistita dall’avvocato Corrado Bellora) e dal 43enne; l’esame dovrebbe fornire agli inquirenti elementi utili a ricostruire la dinamica dei fatti e a valutare se l’ipotesi di reato vada riqualificata in lesioni personali aggravate.
In attesa dell’esito degli approfondimenti, gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire i fatti avvenuti quella sera e accertare di chi sia il coltello trovato dai Carabinieri in una cassetta dello scarico del bagno del locale durante la perquisizione.
(f.d.)