Insegnanti non vaccinati a scuola: «decreto inaccettabile»
Savt Ecole e Snals Confsal esprimono grande preoccupazione per i contenuti della norma che prevede il rientro in servizio dei docenti non vaccinati
Insegnanti non vaccinati a scuola: «decreto inaccettabile».
Savt Ecole e Snals Confsal Valle d’Aosta esprimono preoccupazione per i contenuti dei provvedimenti che prevedono il rientro in servizio dei docenti non vaccinati.
I sindacati li bollano come «contraddittorie, distaccate dalla realtà della scuole, fonte di disagi per dirigenti e docenti e lesive dei diritti dei lavoratori e sidnacali».
Decreto inaccettabile: le motivazioni di Savt e Snals
Savt Ecole e Snals Confsal hanno preso visione del decreto-legge 24/2022 e della nota numero 620/2022, emanata dal Ministero dell’Istruzione.
Le modalità sono:
Contraddittorie: perché impongono il rientro a scuola del personale docente sospeso senza retribuzione, ma non consentono al medesimo personale di svolgere l’insegnamento in classe, pur in presenza di un Green Pass base (tampone negativo).
Distaccate dalla realtà della scuola: perché le istituzioni scolastiche hanno oggi bisogno non di attività di progettazione o di lavoro di segreteria, ma di ore di didattica aggiuntive.
A causa del Covid, gli studenti non hanno di fatto usufruito di tutto il tempo scuola previsto dagli ordinamenti e la disponibilità di docenti per aiutarli a recuperare sarebbe utilissima.
Evidentemente, il Ministero non conosce la realtà della Scuola (o a deciso di ignorarla).
Foriere di disagio per i dirigenti: chiamati ad organizzare attività non previste in precedenza, anziché sviluppare quelle di recupero, ben più necessarie, e tutto in tempi ristrettissimi.
Foriere di disagio per i docenti sia vaccinati sia non vaccinati: con l’inevitabile strascico di polemiche e accuse che mina le fondamenta di quella “comunità educante” che dovrebbe essere la scuola.
Lesive dei diritti dei lavoratori: perché impongono l’utilizzo del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa per una finalità – il pagamento dei supplenti del personale obbligato a prendere servizio, ma cui si proibisce di entrare in classe – non prevista dal contratto.
In tal modo, lo Stato priva tutti i lavoratori di una parte di retribuzione per una decisione assunta unilateralmente.
Lesiva dei diritti sindacali: perché l’utilizzo del fondo di istituto è demandato alla contrattazione di istituto, non alla decretazione d’urgenza.
«Il Governo sta, in questo modo, riducendo arbitrariamente gli spazi di contrattazione e calpestando i diritti dei singoli e della collettività dei lavoratori».
(re.aostanews)