Vino, Stefano Di Francesco alla presidenza del neonato Consorzio Vini VdA
Venerdì 25 l'atto costitutivo del Consorzio che riunisce 40 aziende valdostane del vino con 350 ettari di coltivazione e una produzione di 2 milioni di bottiglie
Vino, Stefano Di Francesco alla presidenza del neonato Consorzio Vini VdA.
Venerdì 25 l’atto costitutivo del Consorzio che riunisce 40 aziende valdostane del vino con 350 ettari di coltivazione e una produzione di 2 milioni di bottiglie.
«Un momento storico per la viticoltura valdostana», «il traguardo del lavoro di generazioni e un punto di partenza per i viticoltori riuniti», «il punto di arrivo per Vival».
Queste le parole per annunciare un punto di svolta nel mondo della viticoltura valdostana che, venerdì 25 marzo, nel salone dell’Institut Agricole Régional, ha sancito, con la firma dell’atto notarile, la nascita del Consorzio Vini Valle d’Aosta e ne ha eletto il primo consiglio di amministrazione.
A spiegare l’importante passaggio, nella conferenza stampa di questa mattina, martedì 29 marzo, il neo presidente Stefano Di Francesco, l’assessore regionale all’agricoltura, Davide Sapinet e il presidente uscente di Vival, Andrea Barmaz.
Il Consorzio Vini Valle d’Aosta
Il Consorzio Vini Valle d’Aosta, come ricorda l’assessore Sapinet, riunisce 40 aziende, 350 ettari e 2 milioni di bottiglie.
L’ente spiega il presidente Di Francesco, avvocato e titolare della Di Francesco-Gasperi Vini & Spirti, nasce per tutelare i vini Doc Valle d’Aosta, affrontando fin da subito la riforma del disciplinare di produzione aggiornandolo alle attuali tecniche, e per promuoverli puntando tutto sull’aspetto del terroir.
Altro obiettivo che il Consorzio si prefigge è attivare una sinergia con le altre realtà produttive e turistiche locali e, infine, «garantire assistenza tecnica e e amministrativa a tutti i viticoltori, anche a quelli non ancora consorziati, facendo capire loro che il nostro messaggio è di protezione e valorizzazione di tutta la produzione vitivinicola valdostana».
L’adesione dei viticoltori non è ancora plenaria, come sottolinea Andrea Barmaz, ma riunisce comunque il 90% della produzione di vino Doc, «speriamo di imbarcare quelle rimaste fuori» esercitando la potestà ega omnes su tutti quelli che fanno Doc in Valle.
Il Consorzio avrà la prestigiosa sede alla Grandze del castello di Aymavilles, forse il Comune più vitato della Valle d’Aosta.
Il consiglio di amministrazione
Il cda del Consorzio Vini Valle d’Aosta riconferma quello di Vival, l’Associazione Viticoltori Valle d’Aosta che termina così il suo operato, con due nuovi ingressi, quelli del presidente, Stefano Di Francesco, e del vice presidente, André Gerbore, per la Cave Onze Communes.
«Il nuovo cda riunisce 6 aziende private, dalla più piccola Di Francesco-Gasperi alla più grande di Les Crêtes, l’Institut agricole Régional e 4 Caves coopératives, con 11 consiglieri è rappresentata la geografia e la realtà valdostana del vino Doc» sottolinea Barmaz.
Accanto a Di Francesco e Gerbore fanno parte del Cda Andrea Barmaz (Di Barrò), Nicolas Bovard (Cave Mont Blnac), Giulio Corti (Les Crêtes), Andrea Costa (La Crotta di Vegneron), Daniele Domeneghetti (Iar), Hervé Grosjean (Grosjeans Vins), Alessandro Jans (Cave de Donnas), Marco Martin (Lo Triolet) e Ermes Pavese (Ermes Pavese).
I primi impegni
Il Consorzio sarà alla 54ª edizione del Vinitaly di Verona dal 10 al 13 aprile, l’occasione per presentare il Consorzio alla stampa specializzata nazionale e internazionale e a tutti gli operatori del settore.
Domenica 24 aprile il Consorzio sarà inoltre ospite a Vinum Alba, sono poi in programma eventi mensili consolidati come Vini In Vigna, Vins Extrêmes, convegni tematici e degustazioni aperti al pubblico.
Dalla prima Doc al Consorzio
La presentazione del Consorzio Vini Valle d’Aosta è stata l’occasione per ripercorre 50 anni di storia della Doc (denominazione di origine controllata) dei vini valdostani.
«La prima Doc risale al 1971 con il Doc Donnas, nel 1974 c’è stato l’Enfer di Arvier – ricorda Andrea Barmaz -. Esistevano già forme di associazionismo dei viticoltori come realtà comunali che confluiscono nell’associazione Viticulteurs Encaveurs Vallée d’Aoste. Nel 2006 nasce la Vival, prima con Stefano Celi e poi, nel 2013 con Vincent Grosjean che ha il grande merito di mettere insieme, per la prima volta, cooperative, aziende private e Institut agricole».
«Dopo mezzo secolo di storia il sogno si è finalmente avverato – aggiunge Barmaz -. La Valle d’Aosta era l’unica regione a non avere un consorzio di tutela, da venerdì i consorzi in Italia sono 123».
I padri della viticoltura
Stefano Di Francesco ha voluto inaugurare questo nuovo inizio con un sentito ringraziamento e un pensiero a «due padri della viticoltura valdostana, Costantino Charrère e Dino Darensod, che stanno vivendo un momento delicato, ma senza il loro contributo e la loro visione di cultura e promozione del territorio valdostano questo Consorzio non esisterebbe».
(erika david)