Caro cereali ed energia in agricoltura: la Regione non esclude un aiuto diretto
Secondi i dati dell'Institut agricole una stalla con 30 vacche da latte ha avuto un incremento di gestione pari a circa 630 euro al mese
Caro cereali ed energia in agricoltura: la Regione non esclude un aiuto diretto. Lo ha detto in Consiglio Valle l’assessore all’agricoltura Davide Sapinet, rispondendo a un’interrogazione del consigliere Dino Planaz (Lega) che chiedeva conto delle iniziative messe in atto per fare fronte al caro cereali.
L’analisi
«Purtroppo il comparto agricolo si è trovato a fare i conti con una crisi generalizzata legata all’aumento dei costi di energia e cereali senza contare i problemi legati alla siccità» ha esordito Sapinet.
Per poi proseguire: «La Valle d’Aosta dipende interamente da forniture esterne. Come assessorato abbiamo chiesto all’Institut agricole di fornirci alcuni dati. Andando ad analizzare i rincari emerge che da una prima analisi, raffrontando i costi dicembre 2021 e marzo 2022, il costo medio di alimentazione di una bovina da latte ad alta produttività ha un incremento di costo di 0,70 euro (Iva esclusa) al giorno, mentre nel caso di bovine a produzioni più esigue l’aumento si attesta a 0,61 euro. Per fare un esempio una stalla con 30 vacche da latte ha avuto un incremento di gestione pari a circa 630 euro al mese. Per le aziende più grandi il rincaro arriva anche sopra i 4 mila euro. Il calcolo tiene conto solo il rincaro delle materie prime. Stiamo sollecitando il governo nazionale a intervenire.
La Conferenza delle Regioni ha approvato un documento con le prime misure urgenti per il settore agricolo.
Le misure richieste
Queste riguardano la revisione della Politica agricola comune 2022 e il posticipo al 2024 del Piano strategico nazionale della PAC 2023-2027; la proroga del Quadro temporaneo per le misure di aiuto Covid-19 a tutto il 2023, che tenga in debita considerazione anche il settore agricolo e agroalimentare; lo sblocco di tutti i pagamenti a favore degli agricoltori arretrati sospesi presso l’Amministrazione; l’attivazione di specifiche misure nazionali di sostegno diretto, l’accesso al credito agevolato da parte delle imprese tramite l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare.
«Abbiamo anche chiesto di rivedere gli interventi previsti dal Pnrr, ad esempio orientando le misure di sostegno ai contratti di filiera nei confronti dei settori maggiormente colpiti dalla crisi» ha concluso Sapinet.
(d.c.)