Droga, inchiesta FeuDora: un’assoluzione diventa condanna in appello
Assolta dal gup di Aosta, Adriana Chiambretti è stata condannata dalla Corte d'appello di Torino; ridotta la pena per Christian Bredy
Un’assoluzione (in primo grado) trasformata in condanna, mentre una pena è stata ridotta. E’ il verdetto della Corte d’appello di Torino per due degli imputati nell’ambito del processo nato dall’inchiesta FeuDora su un presunto giro di spaccio di cocaina ed eroina ad Aosta.
Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di finanza, durante il lockdown del 2020, nel capoluogo regionale, era attiva quella che gli inquirenti hanno definito una «piramide criminosa» con epicentro il Quartiere Dora.
La sentenza
I giudici di secondo grado hanno ridotto a 2 anni e 10 mesi (e 12 mila euro di multa) la condanna a carico di Christian Bredy (44 anni), che ad Aosta si era visto comminare 4 anni e 6 mesi in abbreviato. Era stato lo stesso imputato a rivolgersi alla Corte d’appello.
Discorso diverso per Andriana Chiambretti (69 anni), madre di un altro imputato nel processo. La donna era stata assolta dal gup di Aosta, ma la Procura aveva presentato ricorso e la Corte d’appello ha accolto la tesi investigativa; Chiambretti è stata quindi condannata a 2 anni e 8 mesi e al pagamento di 12 mila euro di multa.
Gli altri imputati avevano già patteggiato. Tra loro c’era anche il pregiudicato Giuseppe Nirta (5 anni).
(f.d.)