Guerra Ucraina, Savt: «Ora nessuna Nazione può sentirsi al sicuro»
Il sindacato autonomo auspica che si lavori realmente affinché si possa vivere in un mondo in cui i diritti dei popoli e delle persone vengano prima della sete di potere e degli interessi economici
Guerra Ucraina, Savt: «Ora nessuna Nazione può sentirsi al sicuro». Nell’esprimere solidarietà al popolo ucraino, il sindacato autonomo valdostano manifesta il suo sdegno verso l’invasione russa.
L’analisi
Scrive i una nota: «Nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di imporre con la forza la propria ideologia su altri popoli che non intendono accettarla. E’ del tutto evidente come le organizzazioni mondiali che devono garantire la pace tra i popoli abbiano fallito e che il loro ruolo vada rivisto. E a questo punto nessuna Nazione può sentirsi realmente al sicuro. La realtà dei fatti è che il nostro destino è nelle mani di pochi capi di Stato, che da un momento all’altro possono decidere di stravolgere la nostra vita e il nostro futuro senza che noi ne capiamo nemmeno il perchè».
E ancora: «Come Savt ci chiediamo come sia possibile che nel 2022 una nazione possa essere invasa e trovarsi in guerra per ragioni che hanno alla base eclusivamente interessi di potere ed economici, quasi come se ci si trovasse in un gioco di società, La domanda che ci poniamo come SAVT è in quale mondo stiamo vivendo. Quali sono i diritti dei popoli e delle persone».
«Oltretutto le guerre, ovunque avvengano, hanno, inevitabilmente riflessi anche sulle nazioni che non sono direttamente coinvolte dallo scontro bellico. Basta pensare che oggi il mondo occidentale minaccia la Russia di prendere importanti sanzioni nei suoi confronti e che queste sanzioni non colpiranno solo il popolo russo, ma avranno gravi ricadute dal punto di vista economico-sociale su tutte le popolazioni indifferentemente».
L’augurio
Conclude il Savt: «Auspichiamo, quindi, che le diplomazie possano al più presto mettere fine alle ostilità e che si lavori realmente affinché si possa vivere in un mondo in cui i diritti dei popoli e delle persone vengano prima della sete di potere e degli interessi economici. E’ inutile dirsi indignati quando scoppiano i conflitti e poi non fare nulla affinché questo non accada».
(re.aostanews.it)