Turismo, albergatori: «dopo 600 giorni di passione pronti a ripartire»
Il presidente degli Albergatori Filippo Gérard fa trasparire un cauto ottimismo; i turisti valdostani e stranieri ci sono nonostante la scarsità di neve. Gli albergatori valdostani chiedono regole certe per la stagione estiva, in tema di green pass ma anche di capienze.
Turismo, albergatori: «dopo 600 giorni di passione, pronti a ripartire».
Traspare ottimismo dalle parole di Filippo Gérard, albergatore di Cogne e presidente Adava nella lunga intervista rilasciata a Gazzetta Matin lunedì scorso.
«Dopo 600 giorni di passione, sembrano esserci le premesse per svoltare.
Per farlo però, sono necessari programmazione e investimenti.
Ci aspettiamo sostegni, non fini a se stessi, ma in un’ottica di sviluppo, di miglioramento e dove necessario, potenziamento dell’offerta turistica» – ha Gérard.
Febbraio: presenze discrete ma…
«Fortunatamente le previsioni che avevano messo in allarme gli operatori del turismo a metà dicembre non sono state confermate – precisa Gérard -.
Il balletto di norme anti-Covid, obbligatorietà del green pass, poi del super green pass, il passaggio in zona arancione da ormai un mese non ha aiutato, ma bisogna essere onesti, non è stato un bagno di sangue come ci si aspettava.
Attenzione, ciò non significa che non ci siano state aziende in sofferenza, tutt’altro.
Ci sono aziende alberghiere che, a causa del virus e del personale contagiato, sono state obbligate a chiudere le proprie strutture proprio nelle settimane delle festività natalizie.
La meteo non ci sta aiutando granchè; la neve è scarsa, ma il mese di febbraio, nonostante la stagione di grande incertezza, non sta andando così male.
Le presenze sono in calo; azzarderei a un 15% in meno, ma tutto sommato reggiamo».
Le prossime settimane sono quelle delle vacanze d’inverno o Carnevale, per gli italiani ma anche per i turisti dal Nord Europa. Si nota la differenza, rispetto a un gennaio definito mediocre?
«Sicuramente gli stranieri sono arrivati, anche grazie all’allentamento degli obblighi di quarantena al rientro – commenta Gérard -.
Martedì sono stato a Roma a una riunione di Federalberghi, dove abbiamo affrontato, tra gli altri, il tema del caro energia e del riflesso preoccupante sui costi fissi delle aziende alberghiere.
Devo ammettere che rispetto alle città d’arte o alle città che vivono di turismo del business, la nostra destinazione ha il vantaggio di lavorare anche con gli italiani – precisa Gérard -.
Fortunatamente i cali di città come Roma o Venezia noi non li abbiamo visti anche se le limitazioni alla mobilità e le regole del super green pass hanno condizionato una parte di turisti, soprattutto quelli stranieri, mancati nella prima parte della stagione».
Sostegni
Il calo delle presenze e l’aumento dei costi fissi sono però motivo di grande preoccupazione.
«Gli albergatori non sono qui a chiedere contributi a pioggia – commenta il presidente dell’Adava; come ha sottolineato il presidente della Banca d’Italia il tempo dei ristori è finito.
Ciò che serve adesso, sono aiuti mirati alle categorie che hanno sofferto di più in questi due anni di emergenza, settore turismo e ristorazione, neanche a dirlo. E non parlo solo di alberghi, ma di tour operator, agenzie di viaggio, intermediari del turismo messi letteralmente in ginocchio da due anni di lavoro stoppato o a singhiozzo».
A livello regionale, Gérard plaude al confronto «pressoché quotidiano» con l’assessorato al Turismo: «dopo 600 giorni di aperture e chiusure abbiamo chiesto di prevedere, per i prossimi due o tre anni, sostegni al settore, sotto forma di incentivi, per esempio per investimenti destinati al rinnovamento delle strutture o alle spese per le consulenze di marketing, per fare due esempi.
L’obiettivo è privilegiare il miglioramento dell’offerta turistica, non attraverso interventi spot ma con una programmazione magari triennale che metta le aziende in condizione di investire, in un’ottica di sviluppo futuro.
Interventi che andrebbero a vantaggio non solo delle strutture alberghiere, ma delle aziende localli, coinvolgendo ad esempio impiantisti, manutentori, elettricisti, falegnami».
All’amministrazione regionale abbiamo fatto presente la scarsità di liquidità, proponendo di intervenire sui mutui Finaosta, con un ulteriore rinvio o con un nuovo piano di ammortamento.
Riteniamo che le aziende che si sono trovate obbligate a chiudere nel periodo tra Natale e Capodanno abbiano avuto un danno irreparabile, azzerando di fatto l’utile stagionale».
Norme anti contagio
Che ci sia desiderio di viaggiare è indubbio.
«Ma i nostri clienti desiderano viaggiare con leggerezza, in modo più spensierato – conclude Gérard -.
Il 31 marzo cesserà lo stato di emergenza e se, come pare, l’emergenza sanitaria è ai titoli di coda, credo che dovremmo cercare, nei tempi ragionevoli, di avere regole certe e univoche per la stagione estiva.
Mi riferisco al possesso del green pass ma anche alla questione delle capienze, ad esempio, di vitale importanza per i rifugi alpini.
Siamo stati tra i primi sostenitori del green pass e della campagna di vaccinazione, ma non possiamo più permetterci di stare a guardare balletti di decisioni che la settimana successiva vengono stravolte come è successo fino a oggi.
Alcuni Paesi come la Spagna e la Svizzera hanno già preso le loro decisioni, noi abbiamo bisogno di programmare la stagione senza sorprese».
(cinzia timpano)