Le Olimpiadi di Andrea Chiericato: «Trasferta complicata da organizzare, ma grande momento di crescita professionale»
Il 33enne aostano, direttore di Race Ski Magazine, è stato l'unico giornalista accreditato ai Giochi Invernali di Pechino 2022: «Trasporti e comunicazioni ci hanno complicato la vita, il clima emotivo era un po' spento, però tanti complimenti ai cinesi per qualità e bellezza delle strutture»
La strada, da aspirante giornalista pubblicista a Gazzetta Matin (il primo articolo firmato nel 2006) a inviato alle Olimpiadi di Pechino 2022, è stata lunga, ma Andrea Chiericato, ex atleta aostano di 33 anni, con in saccoccia il diploma da maestro di sci e il patentino da allenatore, l’ha percorsa veloce, com’era abituato a fare in pista, mettendoci serietà, intelligenza, entusiasmo e coraggio, riuscendo a vivere una fantastica esperienza, umana e professionale.
Il direttore di Race Ski Magazine, una delle pubblicazioni cult per gli appassionati degli sport bianchi, è stato l’unico giornalista valdostano non professionista (Stefano Mancini era inviato per La Stampa) accreditato ai ventiquattresimi Giochi Invernali.
Chiericato è anche collaboratore delle pagine valdostane de La Stampa ed è titolare di un’agenzia di comunicazione.
Andrea Chiericato: «L’organizzazione della trasferta è diventata complessa»
Andrea, quanto è stato difficile organizzare la trasferta olimpica?
«Si sapeva da tempo che non sarebbero stati Giochi semplici, ma con la pubblicazione del primo Playbook, a ottobre, l’organizzazione della trasferta è diventata decisamente più complessa. E onerosa. Il closed loop (bolla, circuito chiuso) ha stravolto i programmi. Prenotazioni solo nelle strutture alberghiere designate (il minore dei problemi), voli charter dedicati e preventivamente autorizzati da Pechino, operati da una ristrettissima cerchia di compagnie e su un numero limitato di hub selezionati. All’ultimo, per fortuna, è “uscito” il diretto Malpensa-Pechino. A volte, pagamenti solo in valuta locale che per molti è significato aprire appositi conti bancari».
Com’è stato l’avvicinamento alla partenza?
«Tutt’altro che semplice, tra app, questionari e documenti necessari a ricevere i tanto attesi QR code di colore verde (due), gli unici che avrebbero consentito di mettere piede sull’aereo. I più fortunati, le persone mai infettate, hanno dovuto presentare “solo” due tamponi PCR, uno dei due riconosciuto dal governo cinese. Da effettuare, nel mio caso, fuori Aosta. Tutte procedure speciali e già parecchio semplificate (rispetto alle tradizioni) per gli accreditati, concordate tra Pechino 2022 e Governo».
Andrea Chiericato: «A Malpensa personale di bordo con i tutoni bianchi»
Com’è stato l’impatto con la Cina blindata per fronteggiare il Covid-19?
«Le prime immagini non sono state molto rassicuranti. Già a Malpensa il personale di bordo si è presentato con tutoni bianchi, guanti, calzari e occhialoni. Ci hanno lasciato un sacchetto di cibo confezionato sui sedili, passando almeno 4 volte a prendere la misurazione della temperatura durante il volo. All’arrivo – dopo un altro tampone e ulteriori procedure di ingresso – siamo stati caricati su pullman diretti dritti e filati agli alberghi. Qui siamo stati accolti ancora da personale in tenuta più ospedaliera che di ricevimento. Serviva attendere l’esito negativo del tampone effettuato in aeroporto, prima di potersi muovere nella bolla.
Va però detto che solo l’inizio è stato particolare, perché poi nelle venues e negli altri luoghi delle competizioni si è subito tornati alla (nuova) normalità: mascherine, distanziamento e gel. Di fatto solo nei ruoli dietro le quinte si sono continuati a vedere i tutoni bianchi. Credo sia stata anche una scelta d’immagine. Al di là del tampone tutti i giorni e di qualche misura preventiva, non si è vissuto molto pensando al Covid-19».
Andrea Chiericato: «I trasporti e la comunicazione le difficoltà maggiori a Pechino»
Qual è stata la difficoltà maggiore a livello lavorativo?
«I trasporti e la comunicazione. È stata costruita una linea ferroviaria veloce che è servita molto poco, perché le corse erano scarse e a orari non così utili, tra l’altro senza coincidenze con le altre linee. Rispetto alle previsioni ci siamo trovati a dover viaggiare su navette interne o pullman a lunga percorrenza, spesso freddi, e anche qui con orari e coincidenze discutibili. Ogni giorno almeno quattro ore di viaggi, lunghe attese al freddo, sempre con l’incognita della copertura internet. In tutto questo è stato difficile interloquire e avanzare richieste a volontari in grandi quantità, ma che spesso parlavano solo cinese. I primi giorni sono stati un dramma, per tutti. Poi un po’ sono corsi ai ripari, un po’ si è organizzato il lavoro in modo da far convergere esigenze professionali e spostamenti».
Andrea Chiericato: «Olimpiadi più spente rispetto a quelle Giovanili di Losanna 2020»
Il famoso clima olimpico è stato edulcorato dai protocolli anti Covid-19?
«È stata la mia prima Olimpiade e non ho paragoni, ma è comunque stata molto diversa e più “spenta” rispetto per esempio ai Giochi Olimpici Giovanili di Losanna 2020 che avevo seguito in prima persona e che, seppur più piccoli, erano stati un’autentica festa dello sport. A Pechino spalti quasi vuoti, nessuno in giro; solo accreditati obbligati a spostarsi sulle navette anche per fare 50 metri da un albergo all’altro. Solo una marea di addetti ai lavori sempre di corsa, carichi di attrezzatura di vario genere. Va però fatto un grande plauso ai cinesi per la qualità e la bellezza delle strutture, alcune molto particolari e davvero apprezzate anche da atleti e tecnici».
Andrea Chiericato: «Dopo l’argento di Sofia Goggia nessuno ha trattenuto le lacrime»
Secondo lei qual è stata l’impresa più grande di queste Olimpiadi?
«Arianna Fontana credo che meriti grandi applausi per essere stata ancora una volta grandissima protagonista. È difficilissimo rimanere competitivi e resistere alle pressioni per così tanti anni. Poi Sofia Goggia ha fatto qualcosa di gigantesco, lo si è capito quando nessuno (ripeto, nessuno) è riuscito a trattenere le lacrime. Allenatori, preparatori e addirittura i medici. Della serie: abbiamo tentato l’impresa, prendendoci dei rischi, e l’abbiamo centrata. Chissà cosa sarebbe potuto succedere con la riconferma dell’oro…».
Andrea Chiericato: «Dispiacere per il blocco mentale di Federica Brignone, ma poi ha saputo stupire ancora»
E la delusione maggiore?
«Più che delusione, dispiacere nel vedere una Federica Brignone che in un attimo è passata dall’argento in gigante a un gigantesco blocco mentale. La sua Olimpiade sembrava essere finita lì e in molti si sono detti “per fortuna che ha fatto medaglia in gigante”. Invece, dopo un paio di giorni, ha ritrovato la giusta serenità per stupire ancora. Ha centrato un bronzo che è forse stato un po’ meno sentito, ma che ha avuto una certa importanza».
Andrea Chiericato: «Quando salgono sul podio gli italiani ti regalano un’adrenalina che ti porti dietro tutta la giornata»
Che emozioni ha provato ad assistere alle medaglie dei valdostani?
«Quando a salire sul podio sono gli italiani, è molto bello, ancor di più se sono valdostani. Sono momenti che ti regalano una carica e un’adrenalina che ti porti dietro per tutta la giornata e che ti fanno dimenticare stanchezza e la perdita della cognizione del tempo. Essere lì, a pochi metri dalla scena, è qualcosa di unico. Si può assistere a momenti di festa, commozione e gioia che fanno davvero capire quanti sacrifici ci siano dietro questi risultati».
Andrea Chiericato: «Consolidato i rapporti con atleti e colleghi, un modo per crescere professionalmente»
Cosa si porta via di questa esperienza professionale?
«Un consolidamento dei rapporti con atleti e colleghi e la possibilità di confrontarmi sulla gestione di certe situazioni. Insomma un modo per crescere professionalmente. E poi una visione diversa dell’insieme: ci sono i risultati, ma anche tanto contorno che serve a dare una lettura alla prestazione. Bisogna rimanere sul pezzo sempre, non ci si può concedere un momento di relax».
Lavora anche per la comunicazione della Coppa del Mondo. Milano-Cortina 2026 come vorrebbe seguirla, da giornalista o da comunicatore?
«Mancano quattro anni, che sono tanti e pochi allo stesso tempo. Avere le Olimpiadi in Italia è senza dubbio bellissimo. In questo momento è difficile dare una risposta, certo è che dopo aver fatto parte dello staff di comunicazione area sport dei Mondiali di Cortina 2021, contribuire alla realizzazione di un progetto così grande sarebbe un traguardo immenso e prestigioso».
Andrea Chiericato: «Brignone-Goggia? Una storia infinita che va avanti dai Mondiali del 2017»
Come avete vissuto le polemiche che non sono mancate in casa-Italia?
«Sono state giornate intense, in cui informazioni, indiscrezioni e dichiarazioni sono andate a sommarsi a tutto il resto e che talvolta sono partite dall’Italia quando a Pechino i computer erano ormai spenti e la giornata conclusa. I grandi eventi sono anche terreno ideale per le polemiche, si sa e non è una novità. Non ci si possono concedere pause. Ogni giorno eravamo pronti a una nuova puntata di una cosa piuttosto che di un’altra. Per quanto mi riguarda, le problematiche del ghiaccio sono rimaste a Pechino; sugli altri temi, più vicini al mio mondo, sono stati senza dubbio Giochi movimentati da subito: a Malpensa la prima persona incontrata è stata Mattia Casse. Brignone-Goggia? Una storia infinita che va avanti dai Mondiali di Sankt Moritz 2017 e che si ripropone a ogni grande evento».
(Davide Pellegrino)