Chamois: il labirinto di San Valentino per gli amanti delle ciaspolate
Disegnato da Gianmario Navillod ripropone fedelmente il labirinto di Chartres (Francia). Percorso facile e suggestivo
Chamois: il labirinto di San Valentino per gli amanti delle ciaspolate.
Un percorso facile ed emozionante quello disegnato nella neve da Gianmario Navillod, che dal 2016 riproduce fedelmente per residenti e turisti il labirinto di Chartres, in Francia.
“Ricordo la sorpresa nel vedere per la prima volta quest’opera effimera di land art nata dall’oggi al domani sui pendii innevati tra il municipio e l’altiporto – ricorda il sindaco di Chamois, Lorenzo Mario Pucci -. Dopo tanti anni è diventata una presenza rassicurante, un segnale che la primavera si avvicina e che, malgrado questo inverno anomalo, si può ancora ciaspolare a Chamois”.
Come raggiungere il labirinto
Per raggiungere il labirinto di San Valentino di Chamois occorre prendere la funivia che collega il capoluogo al fondovalle. Dalla piazza del municipio si vede già il labirinto e in pochi minuti di facile passeggiata si raggiunge l’ingresso posto lungo la strada che porta al villaggio di Suisse.
Per arrivare al cuore disegnato al centro del labirinto di percorrono circa 650 metri, è impossibile perdersi all’interno perché come tutti i labirinti antichi è un unicursale: non ci sono deviazioni ma un’unica via che porta al centro del labirinto, la stessa che si percorre in senso inverso per raggiungere l’uscita.
Il diametro esterno sfiora i trenta metri, quasi l’altezza di un palazzo di 10 piani. Il disegno originale del labirinto ha almeno 800 anni di vita, risale probabilmente ai primi vent’anni del XIII secolo ed è ancora perfettamente conservato all’interno della Cattedrale di Chartres. E’ un disegno così bello che è stato inciso su uno dei pilastri della Cattedrale di Lucca.
“Il labirinto di San Valentino non è solo un’opera d’arte effimera, che dura lo spazio di qualche settimana – dice Gian Mario Navillod, disegnatore di labirinti e guida ambientale escursionistica -. E’ una pista per le ciaspole a tutti gli effetti, tracciata in un luogo sicuro dove il pericolo di caduta valanghe è molto basso. Spiego sempre ai miei ospiti che di caldo e di prudenza non è mai morto nessuno in montagna e raccomando loro di consultare sempre il catasto e il bollettino valanghe valdostani prima di indossare le ciaspole”.
Sicurezza
“A volte non basta – aggiunge Lolita Bizzarri, coordinatrice delle guide AIGAE della Valle d’Aosta. Non tutte le valanghe sono censite a catasto e l’orografia valdostana è così complessa che il bollettino può fornire solo indicazioni di massima. Una buona pratica per ridurre il rischio è rivolgersi agli esperti del luogo che sanno dove la neve accumulata dal vento può diventare pericolosa e sanno indicare itinerari più sicuri. La sicurezza inizia con la pianificazione della gita, con la conoscenza del posto dove si va e,soprattutto, con tanta umiltà. In caso di nevicate eccezionali, le guide prudenti restano a casa,cerchiamo tutti di seguire il loro esempio”.
(re.aostanews.it)