Rifiuti, Minelli: «Su Chalamy e Pompiod bisogna colmare un vuoto normativo»
Pcp ha interrogato il Governo regionale sui risultati raggiunti dal precedente Piano regionale rifiuti ed evidenziato alcune lacune che permangono; Lega VdA chiede quali prospettive sulla gestione dei siti
Rifiuti, Minelli: «Su Chalamy e Pompiod bisogna colmare un vuoto normativo».
Pcp ha interrogato il Governo regionale sui risultati raggiunti dal precedente Piano regionale rifiuti ed evidenziato alcune lacune che permangono; Lega VdA chiede quali prospettive sulla gestione dei siti.
L’interrogazione di Pcp
Per fare una pianificazione corretta occorre avere il quadro dei risultati precedenti, questa la motivazione alla base dell’interrogazione del gruppo Progetto Civico Progressista sugli obiettivi previsti dal Piano regionale dei rifiuti 2016-2020 e sui risultati ottenuti.
Le consigliere di Pcp hanno chiesto se siano stati raggiunti gli obiettivi riguardanti la riduzione della produzione pro-capite di rifiuti urbani, le percentuali di raccolta differenziata, di recupero di materia, di riciclo dell’organico oltre che la quantità e la tipologia degli impianti di compostaggio. Hanno anche voluto conoscere se le disposizioni sulle discariche di rifiuti speciali di Pompiod e Chalamy siano state applicate coerentemente alle previsioni del Piano.
La risposta del presidente
Nella sua risposta il presidente della Regione Erik Lavevaz, sottolineando che gli obiettivi del Piano sono consultabili sul sito dell’amministrazione regionale, ha ricordato che le previsioni riguardavano la riduzione della produzione pro-capite di rifiuti urbani pari a circa 20-30 kg per abitante all’anno; un aumento della differenziata tra il 65% e il 70%, il 50% del recupero di materia del 50%, l’aumento tra il 50 e 70% di recupero e riciclo dell’organico tra il 50% e il 70%.
«La produzione pro-capite di rifiuti urbani è aumentata di circa 40 kg per abitante all’anno – è la risposta del presidente Lavevaz -; la percentuale di differenziata ha raggiunto il 65% in fase 1; la percentuale di recupero di materia è del 58%, che non coincide con la percentuale effettivamente recuperata dai consorzi, a causa delle contaminazioni presenti nel rifiuto; la percentuale di recupero e riciclo dell’organico ha raggiunto il 46% della frazione organica ed il 90% del verde biodegradabile».
«I risultati ottenuti sono in linea con le previsioni di Piano» dice il presidente della Regione sottolineando «la crescita di circa 17 punti percentuali della raccolta differenziata nel quinquennio 2015-2020».
«Per quanto concerne il mancato raggiungimento di alcuni obiettivi, le incertezze legate alla definizione dei Piani regionali di gestione dei rifiuti fanno sì che raramente tali pianificazioni possano tradursi in puntuali raggiungimenti degli obiettivi – aggiunge il presidente – . Le concause sono numerose: ad esempio, si può evidenziare che tre Unités sono rimaste al di sotto all’obiettivo minimo per la raccolta differenziata del 65%, mentre le rimanenti sono vicine al 70%».
Infine sul tema delle discariche il presidente della Regione ha rilevato che «la realizzazione di nuove discariche per lo smaltimento dei rifiuti speciali inerti non è al momento prevedibile. Alla luce, comunque, delle volumetrie residue rilevate nel 2014 delle discariche attualmente in esercizio e, nella previsione che possa essere avviato l’esercizio di una grossa discarica di titolarità privata (nel comune di Issogne, in località Mure), si ritiene che al momento l’offerta di impianti risulti essere sufficiente anche per i prossimi 5 anni. La discarica di Pompiod è richiamata nella tabella di censimento degli impianti con la dicitura di esercizio sospeso».
La replica della consigliera Minelli
Per la consigliera Chiara Minelli «di fatto, dai dati illustrati dal presidente, emerge che gli obiettivi del Piano non sono stati raggiunti. C’è stato un aumento notevole della produzione pro capite dei rifiuti urbani che è aumentata del doppio rispetto a quella che si prevedeva di ridurre; per la raccolta differenziata bisognava superare il 65% previsto per legge, noi siamo mediamente al 64,53%. Occorre fare una riflessione che porti ad individuare obbiettivi più sfidanti per tutti e costruire un Piano che sia più incisivo, con step cronologici più stringenti, ad esempio sulla tariffazione puntuale e sul passaggio all’ATO unico, per evitare di accumulare ritardi su ritardi. È importante prevedere tappe intermedie per la realizzazione dei vari obiettivi».
«Sulle discariche di Pompiod e Chalamy, non si prevedeva niente nel vecchio Piano così come anche in quello nuovo, dove non c’è praticamente nulla. Bisogna colmare questo vuoto normativo: era anche un obiettivo del programma di Legislatura. Malgrado, da un anno, chiediamo di intervenire e abbiamo fatto proposte concrete, non si è fatto nulla. E non si dica ancora che la causa di questa mancanza è da imputare alle mie dimissioni da assessora, perché sarebbe francamente ridicolo».
L’interrogazione della Lega VdA
Sempre in tema di rifiuti l’interrogazione di Lega VdA, più specificamente sulle discariche di Chalamy e Pompiod, interroga il Governo regionale sullo stato dell’arte delle interlocuzioni e quali le prospettive in merito alla gestione dei due siti.
Nella sua risposta il presidente Lavevaz ha sottolineato come le numerose sentenze in merito abbiano tracciato un solco abbastanza chiaro e delineato un limite entro cui la Regione ha possibilità di movimento.
In questo momento gli uffici «devono riattivare le istanze pendenti» ossia il riesame dell’autorizzazione e il rinnovo per il sito di Pompiod e la revisione di quella per Chalamy.
«È in atto una serie fitta di interlocuzioni con i Comuni e le società delle discariche di Chalamy e Pompiod – ha confermato il presidente -. Su Chalamy siamo in una fase più avanzata di interlocuzione, per il sito di Pompiod fino a un mese fa era sotto sequestro».
«Per Chalamy l’interlocuzione con la proprietà e il Comune è volta a valutare orientamenti e disponibilità, vista la possibilità a operare chiarita dal punto di vista giuridico – dice Lavevaz -. La volontà dei gestori è di venire incontro alle necessità evidenziate e alle problematiche sul tavolo da diverso tempo con la ricerca di soluzioni alternative rispetto allo stato di fatto determinato dalle sentenze. Sull’iter futuro ci si sta lavorando tenendo conto di varie possibilità».
Secondo il presidente «il confronto è proficuo e sta andando nella giusta direzione, la trattativa è aperta, e un percorso del tutto analogo si sta sviluppando per Pompiod, che è partito dopo però la direzione sembra essere questa e fa ben sperare per una soluzione che vada nell’interesse di tutti per i prossimi anni».
Nella replica il consigliere Stefano Aggravi ricorda come sia necessario «risolvere due sostanziali problemi perché è giusto contemperare due interessi: da una parte quello che tocca la paura delle persone riguardo alla sicurezza per i cittadini e dall’altra quello che chi fa libera impresa possa proseguire la propria attività che l’amministrazione ha autorizzato a fare».
«Sui limiti di movimento per l’amministrazione regionale – conclude Aggravi – bisogna lavorare in commissione, è la parte più deficitaria, mi auguro che insieme alle trattative si possa andare avanti in questa direzione».
(er.da.)