Mattarella bis, Lanièce: «Sconfitta della politica ma confermato un punto di riferimento del Paese»
Nell'augurare un buon lavoro al rieletto presidente della Repubblica, il senatore della Valle d'Aosta Albert Lanièce, vice capogruppo di Per le Autonomie, definisce il momento ''dolce-amaro''.
Mattarella bis, Lanièce: «Sconfitta della politica ma confermato un punto di riferimento del Paese». Nell’augurare un buon lavoro al rieletto presidente della Repubblica, il senatore della Valle d’Aosta Albert Lanièce, vice capogruppo di Per le Autonomie, definisce il momento ”dolce-amaro”.
Le riflessioni
« Oggi, dopo una settimana di incertezze e mancati dialoghi, abbiamo rieletto il Presidente uscente: Sergio Mattarella. Dolce perché l’uomo che ricoprirà nuovamente questo incarico. Mattarella, è a oggi persona che ha dimostrato il suo grande valore politico, umano ed istituzionale. Un profilo che ha saputo affrontare un settenato, caratterizzato da una forte crisi economica e da una pandemia, con grande dignità e sensibilità. Un uomo che ha sempre dimostrato particolare attenzione alle esigenze delle autonomie speciali e alle minoranze linguistiche. Un Presidente che si è fatto portavoce di tutti noi, del popolo e delle istituzioni e che si è conquistato credibilità in tutta Europa, ma anche in tutto il mondo, riportando così una situazione di stabilità per il nostro paese quasi insperata».
«Ma è anche un momento amaro – riflette Lanièce – perché, in un momento così delicato in cui la politica è al minimo storico in termini di credibilità, la scena in questi giorni è stata letteralmente “dominata” dai leader politici e non dai partiti. Un’occasione persa per tornare a costruire sui valori e le idee che dovrebbero, soprattutto in un’occasione così importante, prevalere su obiettivi personalistici. Questa settimana appena trascorsa dimostra in modo netto il fallimento delle politiche populistiche. I rappresentanti di questi movimenti e partiti hanno tentato in questi anni di distruggere la democrazia dimostrativa, indicandola come il male assoluto del nostro sistema democratico senza però proporre una reale alternativa. Una politica urlata e progettata su slogan che nulla ha a che fare con lo strumento principe per creare progetti costruttivi: il dialogo».
(re.aostanews.it)