‘ndrangheta, scatta la misura cautelare in carcere per Maria Rita Bagalà
Indagata per concorso esterno in associazione mafiosa nell'inchiesta Alibante, era ai domiciliari dal 3 maggio scorso
L’avvocato Maria Rita Bagalà, indagata nell’ambito dell’inchiesta Alibante sulla ‘ndrangheta, è finita in carcere (sezione femminile delle Vallette di Torino). La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal suo difensore, l’avvocato Mario Murone, contro la decisione del Tribunale del Riesame. Il provvedimento è stato eseguito mercoledì 26 gennaio dai Carabinieri di Aosta.
Nei confronti della penalista aostana la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aveva chiesto la misura cautelare in carcere, ma il gip le aveva concesso i domiciliari.
Un decisione, quella del giudice, impugnata dalla Procura guidata da Nicola Gratteri. Il Riesame aveva accolto il ricorso della DDA, ma la decisione non era ancora esecutiva in quanto era pendente un “contro ricorso” in Cassazione.
L’accusa
Bagalà, indagata per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta Alibante (contro la ‘ndrangheta), era ai domiciliari dal 3 maggio scorso.
Secondo l’accusa, sotto la regina del padre – il presunto boss Carmelo – Marita Rita Bagalà avrebbe garantito al sodalizio «l’amministrazione di diversi affari illeciti» in qualità di «mente legale del clan».
(f.d.)