Coronavirus: «C’è chi rifiuta le cure, ma anche qualche no vax pentito»
Il dottor Luca Montagnani fa il punto sulla situazione in terapia intensiva e ribadisce: «E' fondamentale ricevere la dose booster».
«In terapia intensiva abbiamo avuto pazienti positivi al coronavirus che hanno inizialmente rifiutato l’intubazione, quindi abbiamo dovuto mostrare la tac dei polmoni per convincerli. Alcuni si sono pentiti di non essersi vaccinati, ma abbiamo visto anche pazienti che, nonostante le condizioni di salute, hanno continuato a criticare i vaccini definendoli sperimentali e non sicuri».
E’ quanto afferma il direttore di Anestesia e rianimazione dell’ospedale Parini di Aosta e coordinatore sanitario dell’emergenza Covid-19), Luca Montagnani.
Aggiunge: «Io credo che ormai sia diventata una battaglia ideologica. In realtà, però, questa storia andrebbe affrontata come una discussione scientifica».
I vaccini
Riguardo ai vaccini, poi, «io non discuto le scelte personali – continua Montagnani -, però posso parlare di ciò che vediamo quotidianamente: il 98% delle persone che finisce in terapia intensiva non è vaccinato. Poi certo, abbiamo avuto anche qualcuno che aveva ricevuto una o due dosi di vaccino da tempo. Ma con la terza dose è molto più difficile che si renda necessario il ricovero».
Per il coordinatore sanitario dell’emergenza, «in questo momento il messaggio deve essere chiaro: andare a fare subito il booster. Perché due dosi, soprattutto se fatte da più di 120 giorni, potrebbero non essere sufficienti. La variante Omicron è contagiosa e si sta diffondendo. Se nei vaccinati spesso non ha grandi conseguenze, è comunque in grado di causare polmonite bilaterale, soprattutto per chi non ha ricevuto il vaccino. Per questo motivo, secondo me, in questo momento bisognerebbe parlare di “ciclo vaccinale completo” solo dopo il booster».
Il personale
Tornando alla situazione nel Dipartimento, Montagnani riferisce che – oltre ad aver a che fare con pazienti in grave difficoltà e, in alcuni casi, tutt’altro che collaborativi – i sanitari si trovano costretti a fare i conti con la carenza di personale.
«Tra contagi, malattia, ferie e via dicendo siamo in difficoltà – dice il coordinatore dell’emergenza -, soprattutto c’è una grave carenza di infermieri».
Nella foto in alto, il coordinatore sanitario per l’emergenza Luca Montagnani.
(federico donato)