Aosta, in Questura una “pietra d’inciampo” in memoria del commissario Camillo Renzi
Arrestato nell’agosto 1944 per la sua attività antinazista, fu deportato nel lager di Dachau
Una “pietra d’inciampo” in ricordo del commissario Camillo Renzi, arrestato nell’agosto 1944 ad Aosta per la sua attività antinazista, è stata installata il 26 gennaio davanti alla Questura di Aosta.
L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività – promosse dal Ministero dell’Interno – in ricordo dei poliziotti che si opposero agli orrori del nazifascismo, anche a costo della vita, per salvare i perseguitati per motivi di razza, religione, convinzioni politiche.
Nell’ambito del progetto, la Questura ha deciso di aderire al progetto “Stolpersteine” sia per gli ideali che l’hanno ispirato sia per l’alto valore simbolico che le “pietre d’inciampo” stanno assumendo in tutta Europa. Quella posizionata in corso Battaglione (Aosta) è la prima pietra presente in Valle d’Aosta.
«In questo “percorso della memoria” – si legge in una nota della Polizia – è stato inserito anche il Commissario di P.S. Camillo Renzi, arrestato nell’agosto 1944 ad Aosta per la sua attività antinazista in favore di ebrei, partigiani e persone sottoposte a lavoro coatto e deportato nel lager di Dachau da cui non ha più fatto ritorno».
La cerimonia
Nel corso della cerimonia di posa della “pietra” (andata in scena il 26 gennaio), il Questore di Aosta Ivo Morelli ha richiamato più volte i concetti di “memoria” e “ricordo”, evidenziando il valore simbolico della pietra d’inciampo posizionata all’ingresso della Questura. «La speranza è che, passandoci sopra, si possa ricordare chi era Camillo Renzi», ha detto il questore.
Il sindaco di Aosta, Gianni Nuti, invece, ha spiegato: «Queste pietre sono vere e proprie opere d’arte, segni di memoria che ormai troviamo sparsi per tutta Europa». Secondo il primo cittadino del capoluogo regionale «è importante ricordare che l’odio è l’esatta antitesi della convivenza civile».
Chi era Camillo Renzi
Nato nel 1903, a partire dal 1928 Camillo Renzi – membro della Squadra della questura reale – si occupa della sicurezza dei principi di Piemonte Umberto e Maria José. Per questo motivo, era solito frequentare la Valle d’Aosta insieme alla moglie Franca Scaramellino.
Negli anni della Seconda guerra mondiale, Renzi «si mise a disposizione del movimento di Resistenza e di opposizione all’occupazione nazifascista che si era costituito – ha ricordato il presidente dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta, François Stevenin -, anche prima dell’armistizio dell’8 settembre 1943 con gli Alleati».
Impiegato nella Questura della Repubblica sociale italiana dal novembre 1943, infatti, Camillo Renzi «non smette mai di informare il movimento di Resistenza – ha continuato Stevenin -, dando preziose e vitali indicazioni ai responsabili, segnatamente a Emile Chanoux, capo della Resistenza valdostana».
Per questa sua attività, Camillo Renzi viene arrestato insieme alla moglie il 18 agosto 1944. Nell’ottobre del medesimo anno, il commissario viene portato nel campo di concentramento di Dachau, mentre Franca viene trasferita a Ravensbrück (nel campo riservato alle donne prigioniere politiche).
Il 12 febbraio 1945, Renzi muore a Dachau. La moglie, invece, anche se magrissima e ammalata, nell’estate 1945 farà ritorno dai suoi famigliari.
(f.d.)