Il filo di Alpaca, la nuova vita di Beatrice e Andrea a Champorcher
La coppia si è trasferita in Valle d'Aosta da due anni e ha aperto il filo di Alpaca-Champorcher, allevamento e lavori a maglia
Il filo di Alpaca, la nuova vita di Beatrice e Andrea a Champorcher.
La coppia si è trasferita in Valle d’Aosta da due anni e ha aperto il filo di Alpaca-Champorcher, allevamento e lavori a maglia.
I sogni si realizzano, anche se li sai ascoltare.
È quello che ha fatto Beatrice Teruggi, 43 anni, che lavora a maglia fin da quando era una bambina, quando imitava la nonna e la mamma. Poi è cresciuta, ha lasciato la provincia di Novara, dove è nata e nel frattempo si è sposata con Andrea.
Da Torino a Champorcher
Hanno vissuto in Liguria, poi a Torino. Da due anni vivono a Champorcher, dove hanno deciso di allevare alpaca. Lavoro a maglia e lana di alpaca: un cerchio che si chiude e che abbraccia un mondo che ricorda le illustrazioni di un libro di fiabe, fatto di natura, di passeggiate nei boschi, di animali buffi e di calze lavorate ai ferri.
Beatrice utilizza la lana dei suoi alpaca: un prodotto naturale, di alta qualità e a portata di mano o di ferro (circolare) se vogliamo. L’antitesi della fast-fashion. Aveva uno studio a Torino di discipline olistiche, dove insegnava sistemi di movimento e ginnastica.
Una vita completamente diversa da quella che sta vivendo tra le montagne di Champorcher. In città i ritmi erano velocissimi e poi c’erano tutti i problemi di gestione che non valeva più la pena rincorrere. Beatrice aveva bisogno di natura e di spazio.
Arriva il lockdown
Poi sono arrivati la pandemia e il primo lockdown. «Mio marito possiede una casa a Champorcher da sempre, perché apparteneva ai suoi genitori già da prima che lui nascesse. Coltivavamo l’idea di andare a vivere lì da molto tempo. Pensavamo a un progetto a lungo termine, invece il periodo storico ha accelerato tutto e abbiamo deciso cogliere la palla al balzo» spiega Beatrice.
I mesi del confinamento l’hanno riportata al lavoro a maglia, ai ritmi lenti, e come succede spesso in questi casi, si è ritrovata a un certo punto, a cercare online questo o quel gomitolo, questo o quell’altro tipo di lana.
Il filo di Alpaca-Champorcher
Così è nato “Il filo di Alpaca-Champorcher”, un progetto ancora in fase di sviluppo, ma che ha tante idee per il futuro.
Come spiega Beatrice: «Durante la pandemia ci siamo documentati, abbiamo visitato allevamenti e alla fine abbiamo deciso di partire con un paio di alpaca. Abbiamo pensato di iniziare con numeri molto piccoli per vedere cosa sarebbe successo nel frattempo. Poi io ho deciso di chiudere la mia attività, e i due alpaca sono diventati 5. Le due femmine adulte sono già gravide, quindi in estate avremo due piccolini in più».
C’è stato il momento di affrontare la parte burocratica e la scelta del luogo. Alla fine Andrea e Beatrice sono riusciti a trovare uno spazio e una stalla da affittare. Hanno impegnato tutta l’estate per i lavori di recinzione, per la portabilità dell’acqua, cercando di fare un progetto più sostenibile possibile.
«Noi tosiamo la lana dei nostri alpaca un volta l’anno – spiega Beatrice – è una pratica veloce e indolore. Poi la consegniamo a una ditta esterna che la lavora e ce la riconsegna sotto forma di gomitoli, che io lavoro ai ferri per creare berretti, calze, scaldacollo, guanti e trapunte. Mi piace lavorare la sera, rigorosamente a mano, dopo essermi occupata degli alpaca. Al momento non abbiamo un e-commerce, ma ci sarà sicuramente in futuro, quando avrò una produzione più ricca».
L’idea per il futuro
Accanto alla vendita dei prodotti, Andrea e Beatrice hanno in progetto delle attività didattiche che coinvolgeranno i loro animali, che a quanto pare sono curiosissimi e simpaticissimi, anche se di natura un po’ schivi.
«Non vogliamo che la nostra attività si trasformi in uno zoo, ma siamo propensi ad accogliere famiglie e gruppetti piccoli di persone. Stiamo lavorando anche su questo per fare in modo che in futuro ci sia la possibilità di avvicinamento agli alpaca e fare, come succede in altre parti d’Italia, trekking con questi stupendi animali che sono proprio dei camminatori. Secondo me sono animali magici, io me ne innamoro sempre di più!”
(angela marrelli)