Cannabis legale: la diatriba delle contraddizioni normative
È legale acquistare semi di cannabis in Italia? Per scoprirlo analizzeremo l’attuale situazione italiana
È legale acquistare semi di cannabis in Italia? Per scoprirlo analizzeremo l’attuale situazione italiana.
Per via delle informazioni spesso contrastanti riguardo i vari derivati della canapa, tutto ciò che ruota attorno al mondo della cannabis nel bel paese risulta sempre un tema spinoso e complesso da trattare.
Volendo attingere alle basi, per quanto concerne la cannabis, la normativa vigente è la legge 242 del 2016, che ne afferma la legalità qualora coltivata ad uso agricolo o industriale.
Di recente questo ha favorito l’arrivo in Italia di una vasta gamma di negozi, sia fisici che online ed insieme ad oli o infiorescenze ha preso piede un prodotto ad oggi molto richiesto: i semi di cannabis.
Sebbene questi vengano venduti offline o in negozi virtuali ormai noti al grande pubblico, come lo shop online di Sensoryseeds in tanti si trovano ancora a nutrire grande incertezza sulla legalità relativa alla compravendita e all’uso.
Ed è per dirimere questi dubbi che di seguito esporremo la situazione cercando di chiarire cosa è lecito e cosa non lo è.
Legali nel commercio, per collezionismo e non solo
Le semenze reperibili in commercio sono di molte varietà: tra le più gettonate abbiamo i semi femminizzati e quelli trattati ormonalmente. Obiettivo di questi ultimi è quello di far nascere una pianta femmina nel 99% dei casi.
Ed è esattamente in questo scenario che occorre fare chiarezza. Sebbene la germinazione sia illegale, tuttavia non si può dire lo stesso della detenzione.
In molti credono infatti che detenere quantità di semi di cannabis porti al rischio di sanzioni amministrative, o nei casi più gravi al carcere. Sfatiamo subito questo mito chiarendo sin da ora che in realtà non è così.
Ad oggi possono essere scambiati come qualsiasi altro prodotto, ma a patto che si comprendano le restrizioni che persistono sul loro uso.
Semi di cannabis? Possibile possederli, ma non piantarli o farli germogliare
In sostanza i semi di cannabis non rientrano tra le sostanze citate come ‘stupefacenti proibite’ nel Testo Unico sulle droghe del 1990 perché, a differenza di quanto accade con le infiorescenze, il seme non contiene alcun principio attivo psicoattivo o stupefacente.
Ma cosa accadrebbe se questi venissero effettivamente piantati per uso personale?
La Corte di Cassazione in passato ha inizialmente vietato la coltivazione di semi di marijuana. La ragione di questa proibizione era dettata dal fatto che il coltivatore potesse usare le piante per la vendita di droghe commettendo di fatto il reato di traffico.
Tuttavia, il 19 dicembre 2019, la Corte Suprema ha deciso diversamente assolvendone uno perché dimostrato che non avesse intenzione di vendere o cedere il suo modestissimo raccolto. In questo caso dunque il coltivatore non è stato punito perché le piante erano utilizzate esclusivamente per uso personale.
Anche se può sembrare contraddittorio in realtà la decisione delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione è in linea con il quadro giuridico italiano, in quanto il testo unico sugli stupefacenti prevede norme favorevoli per chi coltiva cannabis in piccole quantità per comprovato uso personale. Da ciò si può forse dedurre una piccola apertura per la coltivazione di semi di marijuana per uso personale. Ma per essere sicuri che la germinazione dei semi e la coltivazione delle piante siano legali, dobbiamo aspettare una risposta del legislatore atta a togliere ogni dubbio.
A riguardo è bene sottolineare che per quanto riguarda la possibilità di coltivare cannabis per uso personale dunque, secondo la sentenza della Corte di Cassazione del 16 aprile 2020, n. 12348, ciò è permesso se il numero di piante è così piccolo da non poter essere venduto.
Resta il fatto che la decisione del 2019 della Corte di Cassazione ha scosso la situazione sull’uso dei semi di marijuana non solo a scopo di raccolta in Italia, ma anche per il consumo personale e a suo seguito trovano ad oggi luogo iniziative e associazioni che chiedono un cambiamento della legge e la legalizzazione della coltivazione, come avviene in altri paesi europei.
Sia chiaro però che ad oggi la coltivazione resta tutto fuorché sdoganata; una persona trovata a coltivare semi di cannabis in Italia può infatti affrontare sanzioni penali alla stregua di quelle per applicate per la vendita e il traffico.
In conclusione
Citare la Cannabis in Italia genera sempre tanta diatriba. Come è evidente la situazione ad oggi resta infatti intricata e talvolta complessa. Sebbene infatti sia possibile acquistare e cedere semi di cannabis senza particolari restrizioni, la dove questi venissero piantati, ci si scontrerebbe con l’attuale normativa che al netto di un settore in forte crescita resta ad oggi pregna di contraddizioni ferme nel passato che ci auguriamo possano essere superate una volta per tutte nei mesi a venire facendo chiarezza su un settore che ad oggi si trova ancora a “navigare a vista”.