Omicidio Gilardi, il dna sul chewing gum è di uno degli indagati
Il perito nominato dal giudice ha rilevato una corrispondenza con il profilo genetico di Salvatore Agostino (classe 1960)
Possibile svolta nelle indagini per l’omicidio di Giuliano Gilardi, avvenuto il 27 dicembre 2011 all’interno di un alloggio di Senin (Saint-Christophe). Il dna maschile presente su un chewing gum trovato sulla scena del delitto è compatibile con quello di Salvatore Agostino (classe 1960), uno dei quattro indagati. Nessuna corrispondenza invece con il dna trovato su altri due reperti presenti nell’appartamento di Gilardi.
E’ quanto emerge dalla perizia svolta in incidente probatorio dalla dottoressa piemontese Sara Gino, che era stata incaricata dal gip del Tribunale di Aosta; la relazione è stata depositata qualche giorno fa e l’udienza in cui verranno esaminati gli esiti delle operazioni peritali è in programma per il prossimo 3 febbraio.
Difeso dall’avvocato di Aosta Gianfranco Sapia, Agostino si è sempre detto estraneo al delitto. E non è chiaro cosa abbia portato gli inquirenti a sospettare di lui, che nella prima inchiesta – chiusa con l’archiviazione del fascicolo – non era stato coinvolto. E’ massimo, infatti, il riserbo da parte degli inquirenti sulla pista investigativa.
L’unica certezza è che – oltre ad Agostino – gli altri indagati sono l’ex compagna della vittima Cinzia Guizzetti (avvocato Giacomo Francini), l’ex marito di quest’ultima Armando Mammoliti (difeso da Claudio Soro) e il pregiudicato Domenico Mammoliti (avvocato Antonino Laganà).
I fatti
Gilardi fu trovato morto, nella tarda mattinata del 27 dicembre 2011, all’interno del suo alloggio. A ucciderlo sette coltellate inferte da un omicida ancora senza nome.
Come si legge nella richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura della Repubblica di Aosta il 13 dicembre 2013, il pensionato era stato «colpito violentemente al capo con un corpo contundente» prima di essere raggiunto da «sei coltellate alla schiena» e da una «al petto». L’arma del delitto, così come l’oggetto utilizzato per stordire la vittima, non sono mai stati trovati.
La riapertura del caso
Dopo il decreto di archiviazione firmato nel 2014 dal giudice per le indagini preliminari di Aosta (l’unica indagata, all’epoca, era stata Guizzetti), l’inchiesta sull’omicidio del pensionato è stata riaperta nell’aprile 2021 sulla base di alcuni elementi inediti emersi da una nuova annotazione redatta dai Carabinieri di Châtillon – Saint-Vincent.
Nell’ambito del “nuovo” fascicolo affidato ai sostituti Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi, il consulente del giudice ha comparato il dna del chewing gum trovato dalla Scientifica tra le lenzuola del letto di Gilardi con quello di Agostino. Già nel 2012 furono eseguiti vari test sulla cicca da masticare; fu comparato il dna di 160 persone, tra cui anche Armando e Domenico Mammoliti (che non sono parenti). Gli esami, però, non fornirono elementi utili alle indagini.
L’esito della nuova analisi, come detto, sarà al centro dell’udienza in programma ad Aosta per il 3 febbraio.
Da quel momento scatterà una vera e propria battaglia legale; la gomma da masticare, infatti, non esiste più. E’ stata distrutta nel corso dei test svolti negli anni passati. La nuova comparazione, dunque, è stata eseguita sulle sequenze raccolte all’epoca del delitto e non sul reperto “originale”.
(f.d.)