Albergatori, Valle d’Aosta: stranieri azzerati del 46%, servono misure di sostegno
Il sondaggio realizzato dal Centro Studi Adava con TurismOK ha coinvolto un campione di quasi 300 strutture ricettive: pesa l'assenza degli stranieri. I professionisti dell'ospitalità chiedono misure di sostegno importanti.
Albergatori, Valle d’Aosta: stranieri azzerati del 46% delle strutture, servono misure di sostegno.
Le festività natalizie sono andate in archivio con una certa soddisfazione, ma le incognite per il futuro sono tante e motivo di preoccupazione.
L’associazione degli Albergatori e TurismOK hanno promosso un sondaggio, coinvolgendo quasi 300 strutture ricettive per fare luce sullo stato dell’arte, sulle preoccupazioni e aspettative del comparto ricettivo.
Delle 300 strutture ricettive, circa metà sono rappresentate da strutture alberghiere tradizionali mentre la restante parte da chambres d’hôtes, bed & breakfast ecc…
Tasso di occupazione
Durante le festività, un terzo degli operatori ha registrato un andamento in linea con la stagione invernale pre Covid.
Il 60% ritiene di aver occupato meno le proprie camere e appartamenti.
Solo il 4% ammette un’occupazione leggermente superiore rispetto al passato.
A livello di comprensori, è il Monte Cervino a registrare le perdite più consistenti sia a livello di occupazione che a livello di fatturato.
Gli stranieri: azzerati nel 46% delle strutture
Gli stranieri rappresentano una quota fondamentale nelle presenze turistiche invernali, non è mistero.
Nelle festività natalizie, hanno inciso, mediamente per il 15% sulla clientela complessiva, mentre nel passato la percentuale si attestava al 50%.
Tuttavia, per il 46% delle strutture, la presenza di stranieri si è azzerata, principalmente nel comprensorio di Aosta e del Grand Paradis dove il 60% delle strutture ha ospitato di fatto solo turisti italiani.
Assunzioni
Per garantire l’operatività delel aziende, oltre il 60% delle strutture ha assunto pressochè lo stesso numero di collaboratori del passato; il 22% ha ridotto i collaboratori e solo nel 10% dei casi, i collaboratori sono aumentati.
Il post festività natalizie
Dopo le festività, l’81% delle strutture ricettive sono e resteranno aperte.
Un ulteriore 16% lavora e lavorerà a singhiozzo soltanto nel week-end.
Analizzando la richiesta, solo nell’8% dei casi, le strutture hanno prenotazioni confrontabili ai numeri del passato.
L’89% degli albergatori prevede prenotazioni in calo drastico.
Nel comprensorio di Aosta e dintorni, la quasi totalità delle strutture resterà aperta, nonostante il calo delle prenotazioni sia evidente.
Le riduzioni interessano tutti i prossimi mesi e si attestano in media con cali del 40%.
L’appello: urgono misure di sostegno
La quasi totalità degli intervistati ritiene sia fondamentale che siano prorogate le misure di sostegno – regionali e statali.
Gli imprenditori del turismo chiedono un abbattimento del costo dell’energia (64% di chi ha partecipato al sondaggio), il bonus imprese (57%), contributi a ristoro degli immobili strumentali (compensazioni Imu, 52%), contributo alel spese di investimenti (39%), sospensione rate dei mutui (35%).
Tra le richieste anche contributi per le assunzioni, voucher per l’acquisto di prodotti agroalimentari regionali, rinegoziazione del debito e contributi per azioni di marketing.
Il commento del presidente degli albergatori
«Abbiamo ritenuto avviare un sondaggio tra i nostri associali per capire l’orientamento della categoria in relazione all’andamento della stagione invernale – ha commentato il presidente degli albergatori valdostani Filippo Gérard -.
Sicuramente, pur tra mille difficoltà, siamo riusciti a portare a casa un risultato soddisfacente durante il periodo delle festività.
Ora però il quadro è notevolmente cambiato; le previsioni per i prossimi mesi sono tutt’altro che rosee e lo dimostra il fatto che la quasi totalità dei colleghi ha espresso forti preoccupazioni per il futuro e ritiene fondamentale che siano riproposte misure di sostegno importanti.
Come sempre fatto sino a oggi, rinnoviamo la nostra completa disponibilità a collaborare con i nostri referenti istituzionali, al fine di affrontare al meglio questo difficile momento, nell’interesse della nostra categoria e dell’intero sistema economico produttivo regionale».
(re.newsvda.it)