‘ndrangheta, interdittiva antimafia per l’avvocato Andrea Giunti
Un’interdittiva antimafia volta a impedire al professionista di lavorare con la pubblica amministrazione. E’ il provvedimento, firmato dal questore di Aosta Ivo Morelli, che ha colpito l’avvocato del Foro di Aosta, Andrea Giunti. L’atto è stato notificato tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio. Il legale risulta indagato nell’inchiesta Alibante della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contro la presunta cosca Bagalà.
Marito dell’avvocato Maria Rita Bagalà (figlia del presunto boss e finita ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta), secondo gli inquirenti Giunti avrebbe «supportato e consigliato quest’ultima nelle principali scelte di carattere giuridico relative alla veste negoziale da dare all’accordo di cessione» di una delle società al centro dell’indagine coordinata dai sostituti del procuratore capo Nicola Gratteri.
L’accusa
Di più: sempre per l’accusa, Giunti avrebbe «investito denaro nella società, ma l’investimento non era diretto a vantaggio dei Bagalà – scrive il gip nell’ordinanza-, bensì volto a garantirsi di non comparire nell’acquisto di una discoteca» in Valle d’Aosta.
Nei suoi confronti la DDA aveva chiesto una misura cautelare, ma il gip ha ritenuto non raggiunta la soglia della gravità indiziaria anche perchè gli elementi raccolti, «sebbene caratterizzino l’indagato quale affarista spregiudicato che non disdegna di intraprendere operazioni dai risvolti quantomeno opachi, sono totalmente inidonei a radicare la sua partecipazione nel sodalizio criminale».
L’interdittiva – provvedimento che aveva già colpito anche Maria Rita Bagalà – è impugnabile davanti al Tribunale amministrativo regionale.
(f.d.)