Covid hôtel, lo sfogo di un’albergatrice di Cervinia: «gestione inefficiente, ho perso tre stanze per un’intera settimana»
La disavventura di Lorette Maquignaz che gestisce l'Hôtel Meublé Joli e che si è trovata a gestire la positività al Sars-Cov-2 di alcuni ospiti stranieri nella totale confusione.
Covid hôtel, lo sfogo di un’albergatrice di Cervinia: «gestione inefficiente, ho perso tre stanze per un’intera settimana».
«Disorganizzazione e incompetenza, nonostante i quasi due anni di emergenza sanitaria».
Così, Lorette Maquignaz, giovane albergatrice di Cervinia.
Dal 2019 gestisce l’hôtel Meublé Joli di Cervinia, due stelle.
«Vorrei informare la popolazione e i colleghi su come vengono gestiti i casi di ospiti Covid positivi nelle strutture ricettive – spiega Lorette, che ha vissuto la sua personale disavventura proprio tra fine anno e primi giorni del 2022.
Nella sostanza, il 31 dicembre, l’albergatrice riceve la telefonata dalla Centrale Unica del Soccorso di Aosta che la informa della positività al Sars Cov-2 di un suo ospite di nazionalità svedese, che fa parte di un gruppo di 6 giovani.
Per tutti, viene ordinato l’isolamento in struttura, in attesa del molecolare per il giovane risultato positivo.
Ma il trasferimento al Covid hôtel tarda e così l’imprenditrice non riesce a liberare le stanze nel giorno concordato ed è costretta a trovare altrove una sistemazione per i nuovi ospiti in arrivo che per un’intera settimana avrebbero occupato tre stanze.
Nel frattempo, due altri giovani si positivizzano mentre i tre negativi lasciano la struttura.
Una serie di telefonate, risposte parziali o rinviate, dubbi circa la procedura da seguire per trasferire i turisti positivi al Covid hôtel di Aosta, ritardi nell’esecuzione del tampone molecolare, tutto questo contribuisce a un danno economico considerevole e a un’amara riflessione della giovane albergatrice: «sono sconfortata dalla mediocre organizzazione di una regione che ospita persone da tutto il mondo e sono delusa dalle risposte parziali e incerte arrivate da enti, istituzioni e vari centralini. Spero di non dover mai più vivere un’esperienza del genere».
Una gestione confusa, cervellotica, con tempi lunghi e penalizzanti per un’attività ricettiva che secondo l’albergatrice potrebbe essere almeno limitata «prevedendo Covid hôtel in ogni vallata, in modo da non penalizzare gli imprenditori della ricettività, già messi a dura prova negli ultimi due anni».
«Non ho avuto risposte chiare per la questione dei dati personali da inoltrare all’autorità sanitaria senza il consenso dei miei ospiti e neppure su come attivare la procedura di ‘prenotazione’ per il Covid Hôtel, nonostante le ripetute telefonate – spiega Lorette Maquignaz -.
Non solo, tempi biblici per capire modalità e date e risultate dei tamponi, per la procedura di prelievo dei tre ospiti positivi con l’ambulanza, nessun numero di telefono dedicato o qualcuno che potesse dare informazioni precise, insomma un sistema bocciato in toto.
«I miei clienti erano scioccati da questa situazione e hanno ben espresso il loro disappunto: «In Svezia è completamente diverso, qui è tutto strano e incasinato, dicono di fare determinate cose ma poi nessuno le fa».
Nella foto in alto, l’esterno dell’Hôtel Meublé Joli di Cervinia.
(c.t.)