Scuola: insegnanti in sciopero per il rinnovo del contratto
Protesteranno sotto Palazzo regionale domani, venerdì 10 dicembre, dalle 9 alle 13 e incontreranno l'assessore Caveri
Scuola: insegnanti in sciopero per il rinnovo del contratto.
I temi
Gli insegnati manifesteranno davanti a Palazzo regionale, venerdì 10 dicembre, giorno dello sciopero generale per rivendicare aumenti salariali, rinnovo del contratto, maggiori risorse e stabilizzazione dei precari.
Savt
I temi della protesta sono stati illustrati dalle sigle sindacali Flc Cgil, Savt Ecole e Snals. «La scuola italiana si fermerà per protestare contro la latitanza del premier Draghi e del ministro Bianchi sul rinnovo del contratto e sulle risorse insufficienti» ha sottolineato il segretario del Savt scuola Luigi Bolici, annunciando la partecipazione alle assemblee pre sciopero del 50% dell’intero corpo docente, supplenti inclusi, della Valle d’Aosta. «Con lo sciopero intendiamo richiamare l’attenzione su un settore strategico quale è quello dell’istruzione.
Snals
Per Alessandro Celi (Snals): «I finanziamenti disponibili sono sicuramente i più ingenti degli ultimi anni ma non hanno dato origine ad altrettante risorse ingenti per la scuola. Il contratto è scaduto nel 2018, il secondo in 12 anni».
Nel frattempo il costo della vita è aumentato ma il governo ha deciso un aumento in busta paga tra gli 80-87 euro mensili che non sono sicuramente sufficienti a recuperare l’aumento del costo della vita. Il governo deve rivedere le parametrazioni». I sindacati chiedono di «avviare un percorso di riconoscimento della professionalità del corpo docente con un aumento significativo delle retribuzioni e delle risorse per riqualificare il sistema scolastico».
Per i precari anziché i concorsi propongono «la stabilizzazione per coloro i quali hanno un’esperienza di insegnamento alle spalle e un corso di formazione». Per Celi «sarebbe più che mai opportuno vista la necessità di insegnanti».
Cgil
Claudio Idone (Flc Cgil) precisa: «Non siamo in contrasto con gli accordi presi con il governo. Ma tutti gli elementi sono stati disattesi. Non vi sono risorse aggiuntive importanti, né vi è la riduzione dei precari, né è cambiato il sistema di reclutamento né sono stati riconosciuti gli stessi diritti agli insegnanti a tempo determinato e indeterminato».
Focalizza l’attenzione sul Pnrr con i suoi 35 miliardi per l’Italia di cui solo 262 milioni euro alla scuola e alla formazione che «è veramente vergognoso». Ricorda come nel periodo della pandemia «il corpo insegnante si sia addossato tutte le responsabilità e abbia mandato avanti la scuola».
Edilizia scolastica
Le tre sigle incontreranno anche l’assessore all’Istruzione Luciano Caveri al quale parleranno anche di edilizia scolastica. Tra le problematiche spiccano le palestre che «non possono essere elementi disgiunte dalle Istituzioni. Le migrazioni complicano la vita agli studenti» e gli spazi «che nelle nuove costruzioni dovranno essere più accoglienti. L’edilizia scolastica deve andare di pari passo con l’offerta pedagogica».
Riforma scolastica
Delle riforme degli ultimi anni dicono: «Non siamo ostativi. Ma ci vengono calate dall’alto. Introdurranno l’insegnante di educazione fisica in quarta e quinta elementare. Non è negativo ma si sottrarranno ore all’insegnamento. Siamo poi contrari all’abolizione del tema all’esame di Stato».
Celi preferisce concentrasi sul problema contingente ossia la mancanza di insegnanti: «Il 33% del personale docente è andato in pensione gli ultimi anni e siamo in ritardo con l’espletamento dei concorsi. Non c’è mai stata una programmazione coerente. Ben venga la riforma complessiva ma ci sono le contingenze».
Le tre sigle si sono dette disponibili ad aprire tavoli con le istituzioni su problematiche che possono essere trattate a livello regionale quale la mobilità degli insegnanti.
(da.ch.)