Omicidio Raluca, una perizia psichiatrica valuterà la pericolosità sociale di Gabriel Falloni
La Corte d'Assise nominerà un perito per accertare anche la capacità di intendere e volere dell'imputato
Stabilire se «al momento dei fatti la capacità di intendere e volere dell’imputato esistesse, fosse da escludere o se fosse gravemente scemata». E, «qualora ritenuta sussistente una delle due ultime ipotesi, accertare se l’imputato sia attualmente socialmente pericoloso».
Questo il quesito che la Corte d’Assise di Aosta (presidente Eugenio Gramola) ha deciso di porre al professionista che eseguirà – su richiesta della difesa – una perizia psichiatrica su Gabriel Falloni. Il 36enne originario di Sorso (Sassari) è a processo per aver ucciso, il 17 aprile scorso, Elena Raluca Serban, una 32enne di origini romene che si era trasferita da poco in Valle d’Aosta.
Il processo
Le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Aosta (pm Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi) sono omicidio aggravato e rapina. Secondo gli inquirenti, dopo aver contattato la giovane su un sito di appuntamenti ed escort, Falloni la aveva raggiunta nell’appartamento di viale dei Partigiani (Aosta) dove, al culmine di una collutazione, la avrebbe prima strangolata e poi finita con un fendente alla gola.
L’imputato, interrogato in carcere dai magistrati nel maggio scorso, aveva confessato il delitto fornendo la sua versione dei fatti.
L’udienza
Ma torniamo al processo. L’udienza di mercoledì si è aperta alle 9.30, con l’ingresso in aula dell’imputato. Gabriel Falloni, l’omicida di Elena Raluca, ha chiesto di non essere ripreso o fotografato in Tribunale. Viso coperto dalla mascherina e sguardo basso, il 36enne si è seduto vicino al suo legale, Marco Palmieri.
E’ rimasto immobile, in silenzio, molto attento a non incrociare altri sguardi. Fino a quando, durante l’escussione di un testimone dell’accusa, sono state riprodotte su un televisore le immagini del corpo senza vita di Elena Raluca così come trovato dai Vigili del fuoco e dalla Volante della Questura di Aosta la mattina dopo l’omicidio.
Il malore
In quel momento, Falloni si è accasciato a terra per un malore. Il processo è stato immediatamente sospeso e nell’aula al terzo piano del Tribunale di Aosta sono arrivati gli uomini del 118 per prestare soccorso all’imputato. Dopo quasi un’ora, però, il 36enne ha comunicato di sentirsi meglio, quindi il processo è ripreso.
Dopo nemmeno mezz’ora, prima che il medico legale potesse ricostruire gli esiti dell’autopsia, Falloni ha nuovamente abbandonato l’aula, comunicando alla Corte di essere intenzionato a lasciare il Tribunale. Motivo per cui è stato tradotto nuovamente in carcere, mentre l’udienza è proseguita.
Dopo la testimonianza del dirigente della Squadra mobile della Questura Francesco Filograno (che ha ricostruito l’attività investigativa eseguita e la cattura dell’imputato) e quella degli uomini della Scientifica, quindi, la parola è andata al medico legale.
Il professionista ha spiegato alla corte che, stando al tipo e alla posizione delle gocce di sangue trovate nell’appartamento, Elena Raluca è stata strangolata in camera da letto e poi trascinata agonizzante in bagno, dove è stata ferita a morte con un fendente alla gola. La causa della morte, dunque, «è uno shock emorragico, cioè una grande perdita di sangue», ha affermato il medico.
La prossima udienza
La prossima udienza è in programma per il 20 dicembre, quando si provvederà al conferimento dell’incarico per la perizia psichiatrica.
Non solo: in quella sede l’imputato prenderà la parola in aula per raccontare la sua verità e, trattandosi di esame, rispondere alle domande dei suoi difensori, delle parti civili (la madre e la sorella di Elena Raluca, presenti in aula e rappresentate dall’avvocato Maurizio Campo) e dell’accusa.
(f.d.)