Omicidio Elena Raluca, la difesa di Falloni chiede una perizia psichiatrica
La madre e la sorella della vittima si sono costituite parte civile
E’ entrato in aula intorno alle 9.30. Accompagnato dal silenzio di tutta l’Aula. Gabriel Falloni, l’omicida di Elena Raluca Serban, ha chiesto di non essere ripreso o fotografato in Tribunale.
Viso coperto dalla mascherina e sguardo basso, il 36enne originario di Sorso (Sassari) si è seduto vicino al suo legale, l’avvocato Marco Palmieri (parte del pool difensivo insieme a Davide Meloni).
Presenti al terzo piano di Palazzo di giustizia ad Aosta, anche Mariana e Alexsandra, rispettivamente la madre e la sorella della vittima. Rappresentate dagli avvocati Maurizio Campo e Corinne Margueret, entrambe le familiari hanno manifestato la volontà di costituirsi parte civile.
L’udienza davanti alla Corte d’Assise (presidente Eugenio Gramola) ha preso il via alle 9.35. Il primo a prendere la parola è stato l’avvocato Palmieri, che ha chiesto di procedere con una consulenza psichiatrica sull’imputato. Non solo: il legale sardo ha anche chiesto di poter produrre alcune cartelle cliniche relative alle precedenti esperienze carcerarie del 36enne.
Per Palmieri, «i documenti evidenziano alcuni elementi importanti dal punto di vista psichiatrico, tra cui un tentativo di impiccagione». L’avvocato ha poi dichiarato di voler produrre «anche alcuni documenti scolastici di Falloni, a Sorso, da cui emergono questioni comportamentali in capo al Falloni medesimo».
Il presidente Gramola ha dichiarato: «La Corte d’Assise si riserva al prosieguo l’eventuale ammissione della perizia e della consulenza richieste dalla difesa».
La vicenda
Ma facciamo un passo indietro. Per Falloni le accuse sono pesanti: omicidio aggravato e rapina. Capi d’imputazione che non consentono la scelta di riti alternativi e relativi sconti di pena. Accuse, dunque, che potrebbero anche portare all’ergastolo.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Falloni – che si trova in carcere dal 21 aprile scorso, dopo essere stato individuato e arrestato in tempi record dalla Squadra mobile della Questura di Aosta – ha ucciso Elena Raluca tagliandole la gola con un coltello dopo aver provato a strangolarla.
Il movente? Per la Procura è la rapina. L’imputato, infatti, dopo aver tolto la vita alla 32enne si era impossessato di circa 6 mila euro, contanti trovati all’interno dell’alloggio.
Soldi che il 36enne avrebbe usato per pagare l’affitto dell’alloggio di Nus, fare un’offerta in Chiesa e comprare due smartphone da regalare ai nipoti. Ma anche per finanziare la propria fuga dalla Valle d’Aosta (verso la Liguria) il giorno dopo l’omicidio.
La confessione
La dinamica del delitto, comunque, non è solamente una ricostruzione investigativa dato che, dopo alcune settimane dietro alle sbarre, Falloni aveva deciso di confessare. Al procuratore capo Paolo Fortuna e ai suoi due sostituti Ceccanti e D’Ambrosi, il 12 maggio Falloni aveva spiegato di aver reagito mettendo le mani intorno al collo di Elena Raluca dopo una battuta a sfondo sessuale della donna; secondo gli inquirenti, i due si conoscevano in quanto lui l’aveva già contattata tramite alcuni siti per appuntamenti ed escort.
Stando al racconto dell’imputato, poi, una volta allentata la presa, la 32enne, spaventata, avrebbe afferrato un coltello; proprio l’arma che Falloni sostiene di averle strappato di mano per poi tagliarle la gola, lasciandola esanime a terra nel bagno dell’appartamento.
Non solo: a incastrare l’imputato – da sempre sospettato numero uno – vi sono anche alcune immagini registrate dall’impianto di videosorveglianza presente all’ingresso del condominio in cui viveva la vittima e le celle telefoniche.
L’udienza, in corso al terzo piano del Tribunale di Aosta, prosegue con l’audizione dei testimoni. Il primo a prendere la parola è stato il dirigente della Squadra mobile della Questura di Aosta, Francesco Filograno.
(f.d.)