Sarre, sul Mont Fallère il bivacco Alessandro Pansa
La struttura sarà presentata lunedì 6 dicembre alla popolazione sul piazzale del municipio di Sarre
Sarre, sul Mont Fallère il bivacco Alessandro Pansa.
La struttura sarà presentata lunedì 6 dicembre alla popolazione sul piazzale del municipio di Sarre.
Il bivacco Alessandro Pansa sarà posato la prossima primavera alla base della vetta del Mont Fallère, a 2.962 metri di altitudine.
La struttura è stata donata al Comune di Sarre da un gruppo di amici di Alessandro Pansa, figlio del noto scrittore e giornalista Giampaolo, morto a soli a 55 anni nel 2017.
Pansa, amministratore delegato di Finmeccanica e vice presidente della Feltrinelli nonché docente alla Luiss di Pavia, amava e frequentava la Valle d’Aosta dove trascorreva spesso le vacanze con un gruppo di amici.
«Sono stato contattato da questo di amici che voleva lasciare in Valle d’Aosta una testimonianza dell’amore per questa regione e queste montagne da parte di Alessandro Pansa» dice il sindaco di Sarre Massimo Pepellin.
«Abbiamo accolto con favore questa iniziativa sia per le motivazioni, sia per l’autorevolezza del personaggio a cui è dedicata la struttura – aggiunge il sindaco -. Era già nostra intenzione valorizzare quel vallone, ancora incontaminato, pensando a un punto di appoggio nella zona dove già un tempo sorgeva un padiglione del Cai intitolato alla Regina Margherita e poi crollato».
Per consentire a tutta la popolazione di poterlo visitare prima che sia collocato in quota, e non più alla portata di tutti, il bivacco, realizzato dalla ditta Chenevier, sarà installato nell’emiciclo davanti al municipio dove, lunedì 6 dicembre, alle 18 sarà svelato alla popolazione e rimarrà in esposizione fino in primavera.
«In questo modo tutta la popolazione potrà vederlo prima che sia posato in una zona dove solo chi è esperto camminatore può arrivare – dice Pepellin -. Su uno schermo scorreranno le immagini, realizzate da Roberto Vallet, della zona dove sarà installato e del panorama che da lassù si può godere».
(erika david)