Violenza e ‘Codice Rosso’, la Procura di Aosta rileva «un’escalation di reati»
Sono quasi 50 le misure cautelari chieste in un anno dal pubblico ministero Manlio D'Ambrosi, titolare del Dipartimento Indagini Persona, Comunità familiare e Codice rosso
A partire dal giugno di quest’anno, la Procura della Repubblica di Aosta ha registrato «un’escalation di reati nell’ambito del “codice rosso”»; si tratta di reati come la violenza domestica e quella di genere. E’ quanto afferma il sostituto procuratore Manlio D’Ambrosi, titolare del Dipartimento Indagini Persona, Comunità familiare e Codice rosso.
Il magistrato, in servizio ad Aosta dal novembre 2020, spiega: «La situazione è seria e grave. Sono tanti i fascicoli che passano da questi uffici relativi a reati che riguardano la convivenza o l’incapacità di un soggetto di accettare l’allontanamento del partner». Poi aggiunge: «Da quando ho preso servizio sono 46 le richieste di misura cautelare che ho richiesto in questo ambito»: 18 da novembre dell’anno scorso a maggio di quest’anno e 28 da giugno 2021 a fine ottobre.
Effetto pandemia
Un dato che, secondo D’Ambrosi, va letto in questo modo: «Fino al maggio 2021 il periodo era stato caratterizzato dalle disposizioni di contenimento della pandemia, eravamo in “zona rossa”. In quel momento le segnalazioni erano numerose, ma c’era la percezione che si trattasse solamente della punta dell’iceberg. Il confinamento in casa rendeva di fatto più difficile denunciare episodi di violenza avvenuti tra le mura domestiche». Per il pm, «questo aspetto potrebbe trovare una conferma nel fatto che», appena è stato nuovamente possibile spostarsi e andare al lavoro, «le denunce sono nettamente aumentate».
In pratica, «come emerso dai dati raccolti a livello nazionale in occasione del 25 novembre dell’anno scorso – prosegue D’Ambrosi -, è emerso che anche ad Aosta nel 2020, soprattutto durante il lockdown, le denunce sono calate ma gli episodi sembrano essere aumentati».
Episodi frequenti
Ma non è tutto, perché negli ultimi mesi si sono verificati «episodi molto violenti, che si distinguono anche per la frequenza delle condotte – continua il pm -. Questo è un passaggio importante: prima del giugno 2021, le denunce erano molto lunghe e articolate, con episodi che risalivano anche a diversi anni prima. Oggi, invece, le denunce raccontano due o tre condotte violente che però si concentrano nei mesi precedenti. Questo dimostra che la situazione è cambiata».
Secondo il magistrato, comunque, «a influire sulla situazione potrebbe essere il periodo di difficoltà e tensione che stiamo vivendo». Anche perché «tra i principali problemi c’è quello dell’abuso di sostanze alcoliche. Sono tante le donne che raccontano che il marito rientra a casa alterato dall’alcol».
La gravità
Come se non bastasse, poi, «c’è anche il problema della gravità degli episodi – afferma il magistrato -. Fino al maggio 2021 gran parte dei reati di questo tipo venivano commessi tra le mura domestiche. Nell’ultimo periodo, invece, sta accadendo anche sulla pubblica via o nei parchi cittadini. Un episodio è avvenuto proprio nel parco davanti al Tribunale. E spesso l’episodio culmina anche con una resistenza al pubblico ufficiale che interviene. Questo significa non aver rispetto per le persone, ma nemmeno per lo Stato e per le regole».
Sensibilizzare
Conclude D’Ambrosi: «La Procura partecipa spesso a conferenze di sensibilizzazione e ha siglato diversi Protocolli nell’ambito del “codice rosso”. L’idea è sempre quella di fotografare, anche grazie ai diversi enti e associazione, il fenomeno per conoscere uno “spaccato sociale” che non sempre emerge dagli atti. E, sempre nel rispetto del segreto istruttorio, quando è possibile facciamo sentire la nostra voce in ottica di consapevolezza e prevenzione».
Centro Donne contro la violenza
Secondo i dati raccolti dal Centro Donne contro la violenza di Aosta, realtà in grado di offrire ospitalità alle donne difficoltà in una struttura protetta, nel 2020 i nuovi accessi sono stati 63 (donne che si sono rivolte all’organizzazione per la prima volta). Quest’anno, invece, ad oggi sono 51 nuovi accessi; nel 2018 erano stati 34 e 31 nel 2019.
(f.d.)