Sanità: «tempi di attesa migliorati, ma di nuovo rallentati a causa dei sanitari no vax»
Lo ha comunicato il Commissario dell'azienda Usl Massimo Uberti
Sanità: «tempi di attesa migliorati, ma di nuovo rallentati a causa dei sanitari no vax».
Lo ha comunicato il Commissario dell’azienda Usl Massimo Uberti, in apertura della conferenza stampa organizzata per fare il punto sulla campagna vaccinale.
«Non mostro questi dati per dire che le cose vanno bene, ma per dimostrare che molto è stato fatto – ha spiegato -.
Un lavoro molto complesso per recuperare i ritardi dovuti alle migliaia di prestazioni rinviate. L’emergenza Covid ha portato con sè l’emergenza causata dal rallentamento o sospensioni di altre prestazioni, per le quali si sono raggiunti ritardi pesanti.
Una situazione complessa, che non si risolve schioccando le dita in una settimana ma che sta migliorando.
Purtroppo con qualche difficoltà causata dalla sospensione dei sanitari non vaccinati, ahinoi in alcune categoria dove i ritardi erano stati pressochè risolti rispetto agli standard ministeriali, ovvero 30 giorni per le prime visite e 60 giorni per le prestazioni diagnostiche
Un esempio? Radiologia. Avevamo dimezzato i tempi di attesa, ma oggi facciamo i conti con il 30% di tecnici di radiologia non vaccinati.
Abbiamo cercato di porre rimedio, assumendo dalla graduatoria i professionisti e attraverso alcune convenzioni con tecnici radiologi per la copertura di alcuni turni, ma il ritmo è naturalmente rallentato».
I tempi di attesa
Il raffronto offerto dal dottor Uberti riguarda un campione di 68 prestazioni monitorate dal ministero, tra prime visite e principali esami diagnostici.
«Nel mese di ottobre 2020, il 78% delle prestazioni erano in fascia rossa, ovvero fuori dagli standard ministeriali.
Oggi quella fetta rossa si è ridotta al 25%, con una evoluzione positiva. Per esempio, a ottobre 2020, le visite cardiologiche erano state sospese, oggi, l’attesa è di 18 giorni.
Altri esempi: per la tac al bacino, si è passati da 153 giorni di attesa di ottobre 2020 ai 14 giorni di ottobre 2021.
Altre prestazioni sospese durante l’emergenza Covid, come le visite ortopediche sono riprese, con tempi d’attesa di due mesi.
‘Solo’ 25 giorni per le visite dall’otorino, riprese dopo lo stop di ottobre 2020, quasi dimezzati i tempi per la visita fisiatrica (24 anzichè 42 giorni).
Grandi criticità permangono per la radiologia, con una serie di ‘bollini rossi’ per le ecografie all’addome e alla tiroide, ad esempio, dove i tempi d’attesa sfiorano i 140 giorni.
Ripresi gli screening per l’ecografia e la mammografia, sospesi durante la seconda ondata; i tempi per lo screening sono di 37 giorni, 18 giorni per gli esami clinici.
Per alcuni esami diagnostici, le agende sono già sature fino a fine anno.
Nella foto in alto, il Commissario dell’azienda Usl Massimo Uberti.
(cinzia timpano)