Consiglio Valle, la maggioranza “va sotto” sulla Tampon tax
Almeno tre consiglieri che sostengono il Governo Lavevaz non hanno sostenuto l'iniziativa; il voto segreto rischia di creare nuovi malumori
Sedici “sì”, 8 “no” e “11” astenuti. La maggioranza guidata dal presidente Erik Lavevaz va sotto nel voto segreto sulla Tampon tax. Si è chiusa così, nella serata di giovedì 4 novembre, la riunione del Consiglio Valle.
L’iniziativa
Ma andiamo con ordine. Il Consiglio regionale era chiamato a esprimersi su un mozione depositata congiuntamente dai gruppi FP-PD, AV, VdA Unie e UV, che intendeva impegnare la Giunta a sostenere in tutte le sedi l’introduzione dell’aliquota IVA agevolata del 4% sull’acquisto dei prodotti igienico-sanitari femminili. Il testo invitava anche ad avviare un progetto per la messa a disposizione gratuita di prodotti igienico sanitari femminili in tutte le scuole; a costruire momenti di sensibilizzazione sul tema del ciclo mestruale nelle scuole; ad attivarsi per sollecitare e sostenere i Comuni valdostani ad applicare una scontistica su questa tipologia di prodotti in vendita nelle farmacie comunali in gestione attuando, parallelamente, un’azione di marketing pubblicitario, come già approvato nel Comune di Aosta.
In aula
Dopo che il consigliere Andrea Padovani (Fp-Pd) ha illustrato in aula l’iniziativa, il vicecapogruppo della Lega VdA, Stefano Aggravi, ha detto: «Ben vengano le indicazioni politiche, ma quando si parla di risorse bisogna fare proposte che stiano in piedi: qui ci sono delle impegnative che possono costare – e vedremo se saranno messe a bilancio – o che non possono essere realizzate come la questione dell’IVA al 4% su cui la Regione non ha competenza. Perché non avete impegnato i parlamentari, che potevano essere gli interlocutori giusti per portare avanti una iniziativa di questo genere?».
La capogruppo di PCP, Erika Guichardaz, invece, ha annunciato il voto favorevole, sottolineando come sia «meritevole di nota che siano stati cinque uomini a presentare questa iniziativa».
E’ poi intervenuto il capogruppo della Lega, Andrea Manfrin, che ha chiesto il voto segreto.
Esito: mozione respinta e possibili nuovi malumori in maggioranza. Sono almeno tre i consiglieri di maggioranza che non hanno sostenuto l’iniziativa.
(f.d.)