Moda: vetrina romana per la baguette Fendi ‘vestita’ di canapa
Al Palazzo della Civiltà Italiana, nella Capitale, sono esposte le venti borse del progetto 'Hand in Hand', nate dalla collaborazione tra la Maison di moda e marchio del lusso e gli artigiani del bel Paese
Moda: vetrina romana per la baguette Fendi ‘vestita’ di canapa.
C’è anche un po’ di savoir faire artigiano made in Valle d’Aosta a Palazzo della Civiltà Italiana, a Roma, nel quartiere dell’Eur.
Il cosiddetto Colosseo quadrato ospita fino a domenica 28 novembre le venti borse – una per ogni regione d’Italia – che compongono il progetto ‘Hand in Hand’, ideato dalla casa di moda e marchio del lusso Fendi per omaggiare l’iconica baguette disegnata da Silvia Venturini Fendi – oggi direttore artistico Accessori e linea Uomo Fendi – nel 1997 con il logo di Karl Lagerfeld, coinvolgendo atelier e laboratori di tutta Italia in un raffinato incontro tra le mani degli artigiani italiani e quelle degli artigiani Fendi.
A rappresentare la Valle d’Aosta, la canapa non tinta filata dalle tessitrici della cooperativa Lou Dzeut di Champorcher che ha vestito del colore naturale della chanvre e di ricami rossi l’iconica borsa di Fendi.
La coop Lou Dzeut secondo Fendi
«In Valle d’Aosta, il piccolo comune alpino di Champorcher ha rilanciato la tessitura a mano dei tessuti naturali locali, in particolare della robusta canapa non tinta, ricamata con i tradizionali motivi rossi.
Questa tradizione familiare, che assomiglia al punto croce, è portata avanti dal 1989 dalla cooperativa femminile Lou Dzeut che, per la Baguette FENDI ‘hand in hand’, ha combinato scritte, motivi geometrici e floreali.
La cooperativa possiede tuttora gli antichi telai in legno, nei quali le mani e i piedi della tessitrice si muovono aritmicamente, come gli ingranaggi di una macchina.
Per insegnare questo mestiere ai bambini, si usavano spesso numeri e lettere.
A questo proposito, c’è un aneddoto storico: l’aggiunta di un bordo ripetuto FENDI ROMA 1925 all’iconico motivo a righe Pequin con il tradizionale ajour valdostano».
Così, il marchio del lusso e casa di moda Fendi, fondato a Roma nel 1925, ha riassunto il lavoro della cooperativa valdostana, creatrice di una delle venti borse diversamente vestite che costituiscono la collezione a edizione limitata esposta nella Capitale: dalla filigrana ligure, passando per il ricamo con penne di pavone delle Alpi altoatesine, il pizzo tombolo aquilano, i mosaici del ravennate, le tessiture delle fibre di ginestra calabresi fino alla canapa tessuta a mano delle tessitrici di casa nostra.
All’inaugurazione dell’esposizione, presentata nella giornata di sabato 30 ottobre, erano presenti anche la presidente della cooperativa Lou Dzeut Mariagiovanna Casagrande e Marilena Zurletti, «orgogliose di rappresentare la nostra piccola cooperativa tra le eccellenze nazionali, perché il nostro impegno è preservare l’antica tradizione della tessitura, filatura e ricamo, con amore e con passione».
Nella foto in alto, Mariagiovanna Casagrande e Marilena Zurletti della cooperativa Lou Dzeut.
(cinzia timpano)