Coronavirus, il commissario Uberti: «almeno 85% vaccinati per l’immunità di gregge»
Secondo le analisi statistiche del vertice dell'Ausl VdA, in Valle un non vaccinato ha una probabilità di finire in ospedale 20 volte superiore rispetto a un vaccinato
Per ottenere l’immunità di gregge è necessario arrivare «almeno all’80-85% di vaccinati. Il dato preciso e fisso però non c’è, ci sono troppe variabili», come la capacità di mutare del coronavirus. Lo ha detto il commissario dell’Ausl VdA Massimo Uberti nel corso di una conferenza stampa andata in scena venerdì 1 ottobre a Palazzo regionale.
Analizzando l’attuale situazione legata alla pandemia, Uberti ha spiegato: «La nuova normativa relativa al Green pass, obbligatorio al lavoro, ha dato una spinta alla campagna vaccinale. Da una ventina di prime dosi al giorno, appena sui giornali si è iniziato a parlare di Green pass sul lavoro, siamo arrivati a 200-300 prime dosi quotidiane».
Non è un segreto che per quanto riguarda il numero dei vaccinati la Valle d’Aosta si trovi poco al di sotto della media nazionale. Proprio per questo motivo, secondo il commissario Ausl «dobbiamo ancora aumentare la platea dei vaccinati, sperando che il numero delle nuove dosi continui a crescere. Non abbiamo problemi organizzativi o di dosi, il problema è convincere persone non vaccinate del fatto che i vantaggi sono nettamente superiori agli eventuali rischi».
Il motivo è presto detto: secondo l’analisi statistica proposta da Uberti, al 30 settembre, i vaccinati positivi erano 25 positivi vaccinati mentre i non vaccinati infettati dal virus 39.
Ma una precisazione è d’obbligo: la platea dei valdostani vaccinati è nettamente superiore a quella dei non vaccinati. Quindi «rapportando i dati a 100 mila persone a fini statistici – ha spiegato il commissario -, la differenza è netta: 30 vaccinati sono risultati positivi e 156 non vaccinati si sono infettati». Insomma, stando ai dati, in Valle d’Aosta un non vaccinato ha una probabilità di infettati 5 volte superiore rispetto a un vaccinato. «A questo – ha continuato il commissario -, va aggiunto il fatto che un soggetto non vaccinato che si infetta ha un rischio di finire in ospedale 20 volte superiore rispetto a un vaccinato».
Sempre sul tema “vaccini”, il direttore sanitario dell’Ausl Guido Giardini ha fornito i dati aggiornati: degli iscritti al Sistema sanitario regionale, il 78,25% ha ricevuto almeno la prima dose, mentre il 69,38% ha completato il ciclo vaccinale. Il dato più basso riguarda la fascia di età 12-15 anni, con un 54,63% di persone che hanno ricevuto almeno una dose.
Tamponi e Green pass
Con l’introduzione dell’obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro, l’Ausl si aspetta «un aumento dei tamponi per coloro che non possono vaccinarsi o scelgono di non farlo – ha affermato Uberti -. Stiamo cercando di riorganizzarci in funzione di un aumento delle richieste, ma fatichiamo a capire quante potranno essere». In questo contesto, però, oltre all’Ausl un ruolo importante lo rivestono le farmacie. Sul punto, il commissario ha detto: «Stiamo ragionando anche con loro, finora a fare i tamponi sono 33 farmacie su 47. Ora, con il prezzo calmierato previsto dal governo, qualcuno rinuncia, altri aderiscono».
Personale sanitario non vaccinato
Il fatto che i sanitari e il personale Ausl (e in generale della Pubblica amministrazione) non vaccinati dovranno essere sospesi «comporterà ulteriori difficoltà al mantenimento dei servizi», secondo l’assessore alla Sanità Roberto Barmasse. Per questo, rivolgendosi in particolare al personale sanitario non vaccinato, l’assessore ha detto: «Serve senso di appartenenza, senso civico più sentito e importante. È vero che abbiamo dei diritti, ma abbiamo anche dei doveri all’interno di una società».
(f.d.)