Inchiesta vaccini: dal presidente Bertin «false dichiarazioni», lui replica: «Sono sorpreso»
Alberto Bertin si difende: «L'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale non ha mai assunto una deliberazione sulla questione»
Il Consiglio regionale non avrebbe dato indicazioni sulla gestione della campagna vaccinale. E niente da riferire in merito alla somministrazione di vaccini in Valle d’Aosta, in quanto le uniche informazioni sono quelle apprese dai media. Questo, in estrema sintesi, il contenuto delle dichiarazioni rese dal presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin ai Carabinieri del NAS che indagavano sull’applicazione del piano vaccinale anti-covid in Valle d’Aosta.
Era il 27 aprile scorso. Il politico – sentito come persona informata sui fatti – era rimasto una quindicina di minuti davanti ai militari delegati dai pm Francesco Pizzato e Luca Ceccanti.
Tuttavia, hanno ricostruito gli inquirenti, le dichiarazioni rese dal presidente non corrispondono al vero. La Procura di Aosta, infatti, ritiene che in realtà sia stato proprio l’ufficio di Presidenza del Consiglio Valle a deliberare che fossero sottoposti a vaccinazione i consiglieri regionali ultrassessantenni già nel marzo 2021.
E una prova in tal senso è stata fornita dall’assessore all’Istruzione Luciano Caveri (per il quale è stata chiesta l’archiviazione). Quest’ultimo, infatti, nel corso delle indagini ha fornito agli investigatori alcuni screenshot di conversazioni whatsapp tra lui e Bertin.
Alla luce di tali elementi, la Procura della Repubblica di Aosta è riuscita a ricostruire che «era stato proprio l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale a deliberare che fossero sottoposti a vaccinazione già nel marzo 2021 i consiglieri regionali» over60. Nessuna condotta riconducibile al peculato quindi per i tre politici che, su invito dell’Ausl, si erano presentato al polo vaccinale.
Si trattò piuttosto di una «precisa scelta politica, adottata da un organo politico e che avrebbe forse dovuto essere rivendicata dall’organo che l’ha assunta e non già celata all’opinione pubblica, specie se si considera che essa si pone in totale contrasto con quella seguita dai vertici delle istituzioni statali (Presidenza della Repubblica e Presidenza del Consiglio) che non hanno inteso percorrere corsie preferenziali nell’ottenimento del vaccino, ma hanno atteso il proprio turno secondo la rispettiva classe di età».
La replica
Contattato telefonicamente, il presidente Bertin commenta: «Scopro, con sorpresa, dai giornali di essere indagato. Confermo quanto già da me dichiarato in altre occasioni che, nello specifico, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale non ha mai assunto una deliberazione sulla questione».
(f.d.)