Aosta, chirurgo a processo perché operò da positivo al Covid
E' iniziato oggi, 23 settembre, il dibattimento; la difesa: «Si trattava di un intervento complesso e salva-vita»
Aveva eseguito un’operazione all’interno dell’ospedale Parini nonostante fosse positivo al Covid e, quindi, destinatario di un’ordinanza di isolamento domiciliare. Per questo motivo, il chirurgo Gianluca Iob è finito a processo insieme all’ex direttore santiario dell’Ausl VdA Pier Eugenio Nebiolo (in carica all’epoca) e al responsabile del 118 Giovanni Luca Cavoretto. I fatti risalgono all’aprile 2020.
Accusati di violazione delle disposizioni in materia di quarantena, i tre imputati sono difesi dall’avvocato Corrado Bellora.
I fatti
Al termine delle indagini condotte dai Carabinieri, il sostituto procuratore Francesco Pizzato aveva chiesto l’applicazione di un decreto penale da 5 mila euro (a testa) nei confronti di Iob, Nebiolo e Cavoretto; la difesa, però, si era opposto, scegliendo così di andare in udienza. E il processo ha preso il via oggi, giovedì 23 settembre.
Corrado Bellora
Secondo quanto ricostruito dall’accusa, Iob era stato autorizzato tramite mail da Nebiolo a recarsi in ospedale – nonostante la “debole” positività (era asintomatico) – per eseguire un delicato intervento di chirurgia vascolare. Per recarsi in ospedale e per tornare a casa, Iob era stato trasportato da un’ambulanza, secondo gli inquirenti, su indicazione di Cavoretto.
Visto che l’allora sindaco di Aosta, Fulvio Centoz (che sarà sentito come testimone nella prossima udienza), era a sua volta positivo e in isolamento, l’ordinanza per Iob era stata firmata dalla ex vice sindaca, Antonella Marcoz; l’atto, però, non era stato né revocato né sospeso.
L’intervento eseguito da Iob, comunque, era andato a buon fine e la paziente era stata salvata. Non solo: nessuna delle persone entrate in contatto con il chirurgo è poi risultata positiva.
Il processo
Nella mattinata di giovedì 23 settembre, al primo piano del Tribunale di Aosta, davanti al giudice monocratico Maurizio D’Abrusco, ha preso il via il procedimento. A quanto appreso, si è trattato solamente di un’udienza interlocutoria; Procura e difesa si sono accordate per rinunciare ad alcuni testimoni acquisendo le dichiarazioni già fatte in fase di indagini. In totale, quindi, saranno sentite 10 persone tra testi dell’accusa, della difesa e consulenti di parte.
Uscendo da Palazzo di giustizia al termine dell’udienza, l’avvocato Bellora ha ribadito come l’intervento in questione fosse molto complesso e abbia consentito di salvare la vita della persona operata.
Il processo riprenderà il 22 novembre.
(f.d.)