Comitato Diritti Umani e Costituzionali, oltre 300 in piazza per parlare di scuola, economia e società
Il Comitato ha parlato di scuola, di economia e di salute, invitando esperti a cercare un orizzonte comune per il post Covid: la Costituzione è il punto saldo.
Comitato Diritti Umani e Costituzionali, oltre 300 in piazza per parlare di scuola, economia e società.
Oltre 300 persone si sono ritrovate oggi pomeriggio, all’Arco d’Augusto per la riflessione ‘Oltre il Covid – scuola – economia e società’, promossa dal Comitato valdostano per i Diritti Umani e Costituzionali.
Dal palco, l’invito ai giornalisti a «non etichettarci, non siamo oggetti da mettere nei cassetti come calze, mutande o fazzoletti, siamo essere umani, non siamo no vax, pro vax o negazionisti, pro giù o su, siamo esseri umani e abbiamo dei diritti» – ha commentato Eleonora del Comitato per i Diritti Umani e Costituzionali che insieme a Luigi Nardi ha moderato le oltre due ore di incontro.
Mattia Bianchi: La scuola è morta
In tema di scuola è intervenuto Mattia Bianchi, coordinatore di Ancora Italia Piemonte, che non ha usato mezze parole.
«La scuola è morta.
Questa che abbiamo visto negli ultimi mesi non può e non deve essere definita scuola.
Non importa, la rifonderemo, tutto ciò che è successo dalla pandemia in poi è un’occasione per cambiare il sistema socio economico, proprio partendo dalla scuola.
A scuola si formano gli italiani di domani. Chiunque ha dei figli che lo scorso anno hanno frequentato la scuola hanno toccato quanto sia disumano vedere il proprio figlio da solo in cameretta davanti a uno schermo.
La didattica a distanza è nata come strumento aggiuntivo, non come strumento per renderci schiavi. io non sono tecnofobico ma i bambini hanno bisogno di andare a scuola, di guardarsi in faccia, del contatto anche fisico. L’essere umano è un animale sociale, noi riusciamo a raggiungere la migliore versione di noi stessi attraverso il contatto con gli altri.
Non si accrescono i propri orizzonti da soli davanti a un computer. Quella che ci vogliono propinare non è scuola. Finita l’emergenza non tornerà come prima, la dad non finirà, il ministro Bianchi lo ha già detto.
La tendenza a virtualizzare l’insegnamento era già in atto, la pandemia è stata l’alibi perfetto».
Danilo D’Angelo; la comunità scientifica non è coesa
Ha parlato della necessità di altre voci che non siano quelle che snocciolano i dati del contagio Danilo D’Angelo, curriculum lunghissimo e autore del libro ‘Un libro di scuola – l’intrusione del mercato nelle scuole italiane’, scritto ante Covid.
«Tante persone non sono contente di aver fatto il vaccino – ha detto – lo hanno fatto perchè è stato imposto o per paura di ritorsioni.
«E cosa ci sarà dopo il Covid?» – si è interrogato il sociologo -.
«Ci saranno la terza dose, il green pass e poi un altro vaccino, poi magari verrà fuori un altro virus.
La comunità scientifica non è coesa, andate a vedere la composizione del CTS, andate a vedere chi prende decisioni che riguardano la salute di tutti noi. Siamo in un clima di pura propaganda – ha proseguito – noi vogliamo poter decidere, non vogliamo farci sparare roba nelle vene».
D’Angelo ha analizzato la crisi che sempre più investe la scuola e che ha radici lontane.
«Non sono i problemi del Covid, la scuola naviga in cattive acque da trent’anni almeno, dai tempi di Berlinguer» -.
Il sociologo ha poi analizzato la piazza, affollata ma con pochi giovani.
«Non ci sono ventenni in piazza e non solo qui.
Non ci sono giovani perchè sono annichiliti, la scuola è diventata un’impresa privata e i ragazzi sono burattini che nel prossimo futuro staranno zitti zitti seduti in azienda e faranno ciò che viene detto loro di fare».
D’Angelo ripone la speranza negli insegnanti e non risparmia la critica: «l’unica speranza è che si possano formare gli insegnanti; a loro è affidato il compito di insegnare ai nostri ragazzi e tirar fuori le loro potenzialità. In alcuni casi devono davvero imparare a insegnare».
Ugo Mattei: società fondata sul ricatto
Collegato via telefono è intervenuto anche il giurista accademico Ugo Mattei che ha elogiato «l’importante segnale di ritrovarsi in piazza per immaginare delle soluzioni».
Mattei ha puntato il dito contro lo Stato «che dovrebbe mediare il conflitto tra capitale e lavoro e dovrebbe assicurare ai cittadini uno retribuzione che assicuri loro un’esistenza libera e dignitosa, così come recita l’articolo 36 della Costituzione. E invece così non è, visto che pochi possono avere una retribuzione adeguata».
Una stoccata anche per i sindacati, «che da difensori dei lavoratori sono stati assoldati dal potere tanto da scrivere a Draghi e chiedere l’obbligo vaccinale».
Mattei ha parlato di «società fondata sul ricatto per il green pass» e ha ribadito «la crisi del diritto, accelerata dalla pandemia».
Manuel Pagan: non ci fidiamo dello Stato
Lungo applauso del pubblico dopo l’intervento di Manuel Pagan, componente del Comitato valdostano per i Diritti Umani e Costituzionali e Ancora Italia VdA e referente di Ancora Italia Valle d’Aosta.
Pagan ha ripercorso i lunghi mesi del post pandemia.
«Un anno fa, in piazza Chanoux eravamo 20-25 persone a manifestare contro questo regime dittatoriale – ha detto -. Non ho cambiato idea, non siamo certo 25 mila ma siamo un po’ di più.
A marzo, l’avvocato Conte ci ha parlato di un virus che ci avrebbe ammazzati tutti e ci ha chiesto un piccolo sacrificio di due settimane di arresti domiciliari.
Da un anno e mezzo viviamo in questa situazione e oggi il virus circola ancora di più».
Pagan ha preso in giro il ministro della Salute Speranza, «che se lo vedi ti viene da farti il segno della croce» e di «un altro Mario, che guarda caso ha lo stesso nome di chi ha castigato il Paese con la sua politica di austerity, Mario Monti che si mise in mostra proprio per i tagli alla sanità e per gli ospedali diventati aziende da gestire».
Pagan ha citato anche il premier Draghi, «talmente preoccupato per il nostro raffreddore che vuole imporre l’obbligo vaccinale. Siamo il Bel Paese, ma a me viene in mente una canzone di Battiato, ‘Povera Patria’.
Stoccata anche per Papa Francesco, «che si preoccupa di vaccinare i barboni che magari non riescono a mangiare neppure una volta al giorno» e per il Generale Figliuolo, «un militare che ha ammesso di non sapere nulla del vaccino».
«Non abbiamo paura del vaccino – ha spiegato Pagan – non ci fidiamo di voi che non avete a cuore la salute dei cittadini e rispondete ai poteri forti e alle élite finanziarie».
«La stampa fomenta l’odio per i no vax – ha concluso Pagan -. Noi siamo un movimento variegato, qualcuno ha anche fatto la prima dose e magari non la seconda oppure non vuole fare la terza -. Ma non siamo coloro che, come suggeriscono certi canali Telegram interrompono il pubblico servizio o creano disordini. Noi non cadremo in questa trappola. Per noi, l’orizzonte post Covid, rimane il rispetto della Costituzione».
Mauro Salmin: la Costituzione ci salverà
Sul palco all’Arco d’Augusto è salito anche l’imprenditore Mauro Salmin, vice presidente di Confartigianato Valle d’Aosta.
«Nel 2020 la mia azienda ha fatturato 628 mila euro in meno rispetto a 1,3 milioni.
Quest’anno sono a 462 mila euro; in un anno e mezzo ho perso 1,3 milioni di fatturato e dal Governo ho avuto 34 mila euro – ha spiegato -.
E’ difficile andare avanti; io lavoro prevalentemente con gli albergatori che in questo clima di incertezza hanno stoppato gli investimenti.
Purtroppo ci sono tante aziende in grande difficoltà.
Ma non dobbiamo arrenderci, dobbiamo reagire e studiare la Costituzione.
Se un ristoratore ci chiede il green pass per entrare, bhè noi andiamo da quello che non ce lo chiede.
Senza dimenticare che dobbiamo anche imparare a seguire il nostro cuore che ci indica la direzione giusta».
Fabio Milani: il virus non è stato curato volutamente
In collegamento telefonico è intervenuto anche Fabio Milani, il medico di base di Bologna è attualmente sospeso perchè si è rifiutato di sottoporsi al vaccino. Milani ha chiesto «il sostegno dei colleghi che per la loro salute e quella dei loro pazienti, in scienza e coscienza hanno scelto di non vaccinarsi.
Non siamo no vax, ma vogliamo verità e trasparenza.
Io non sono una videostar, sono un uomo onesto che vuole fare il suo mestiere.
Chiedo ai colleghi di avere e infondere coraggio».
Secondo Milani «l’emergenza pandemica non esiste, ma si tratta di un problema di natura politica.
Il Sars Cov-2 non esiste, esiste un virus che volutamente non è stato curato. La salute non può dipendere dai farmaci».
(Cinzia Timpano)